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[1985] Vivere in Lombardia. Benessere, comportamenti e valori alla metà degli anni Ottanta

Gruppo di ricerca: Elvina Degiarde, Laura Bovone

Dati di pubblicazione : Milano, Angeli, 1985

Con questa ricerca l'IReR aggiunge una nuova esperienza nel campo della fenomenologia sociale all'ormai consolidata tradizione di analisi dei problemi che riguardano la condizione femminile, la famiglia, il lavoro e i servizi socio-sanitari in Lombardia. Si intende qui fornire delle chiavi di lettura per comprendere l'intrecciarsi di comportamenti sociali e di orientamenti di valore tradizionali e innovativi spesso contraddittori e tuttavia presenti l'uno accanto all'altro nella realtà regionale. Richiamandosi al dibattito sulla crisi e gli sviluppi del Welfare State e sull'esistenza di orientamenti post-materialistici nelle scelte dei comportamenti, ci si chiede se in questo breve tratto di storia recente, in una società che può essere considerata ad elevato sviluppo e fortemente influenzata dal sistema delle garanzie dello stato assistenziale, le persone continuino a dipendere da bisogni di tipo materiale (reddito, istruzione, abitazione, ecc.) o se, soddisfatti questi, siano orientate da nuovi bisogni "post-materialistici", connessi alla "qualità della vita" (uso del tempo, autorealizzazione, relazionalità ) e a comportamenti di maggiore autonomia rispetto alle soluzioni offerte dall'ente pubblico. La rilevazione, svolta nel 1983, ha riguardato un campione casuale di 1051 adulti tra i 18 e i 75 anni, metà maschi e metà femmine, residenti in comuni lombardi, a loro volta oggetto di un campionamento stratificato che ha permesso di ottenere una rappresentatività delle città lombarde per zona altimetrica e per dimensione demografica. Tra i risultati cui è giunta la ricerca, dal lato dell'analisi sui bisogni e orientamenti di tipo materialistico si è osservata l'incidenza, sulle condizioni economiche personali e sulla percezione che ciascuno ne ha, di un insieme di variabili collegate al nucleo di convivenza: reddito familiare, numero di conviventi e delle fonti di reddito, ciclo di vita della famiglia. In questo senso orientamenti pessimistici od ottimistici rispetto al miglioramento delle condizioni di vita sono risultati riflettere in buona parte situazioni di reale disagio o benessere (ad es. sul lato del disagio le donne sole anziane, sul lato del benessere coloro che vivono in famiglie plurireddito). Sul lato degli argomenti connessi alla qualità della vita si è dimostrato utile per l'analisi dell'uso del tempo considerare, accanto alle attività più tradizionali (primo lavoro o studio, televisione, radio, lettura), anche attività che comportano impegno manuale e/o intellettuale, gratuite o con vantaggi economici, ma che comunque non hanno niente a che vedere con il "loisir", il divertimento per se stesso, e riflettono la necessità di esprimere le proprie capacità. Anche altri comportamenti innovativi sono emersi nel lavoro, nella gestione della salute e del reddito, appannaggio tuttavia di un'élite culturale e professionale che sceglie come prioritari nell'occupazione gli aspetti intrinseci del lavoro e cioè il carattere di relazionalità, il lato formativo e quello decisionale. La felicità, come stato relativo e come bilancio delle proprie condizioni di vita, non appare direttamente influenzata dalle classiche variabili strutturali ma determinata da una serie di percezioni positive o negative degli aspetti della propria vita. (X,SOC/1/1)

Ultimo aggiornamento: 20 settembre 2001
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