Gruppo di ricerca: Giuseppe Barile, Alessandro Dal Lago, Aldo Marchetti, Patrizia Galeazzo
Dati di pubblicazione : Milano, Angeli, 1994
Riva nord e Riva sud del Mediterraneo, vecchia e nuova immigrazione, paesi di emigranti e paesi ospitanti, spinte attrattive e repulsive, mito e realtà dell'Occidente, storie di vita, dinamiche migratorie nella terra d'origine e circuito economico, sociale, culturale complessivo tra le due rive.
L'immigrazione è qui osservata come fattore strategico di mutamento culturale: non più "extracomunitaria", "africana" o "dal terzo mondo", ma emigrazione-immigrazione che crea un contatto tra culture. Studiare l'"immigrazione" come pura e semplice presenza di lavoratori stranieri in una società ospitante significa limitare l'analisi a ciò che è immediatamente visibile. A questa prospettiva finora prevalente gli autori contrappongono l'analisi dei fenomeni migratori come interazione di due processi concomitanti e interagenti. Con "processo" si intende non solo un fenomeno demografico che si sviluppa nel tempo, ma soprattutto un fenomeno che incorpora un certo numero di elementi culturali e di rappresentazioni simboliche e che provoca a sua volta dei contro-fenomeni culturali e simbolici. Così, ad esempio, il semplice fatto che si emigri per "bisogno" da un paese povero a uno ricco o sviluppato comporta una certa definizione della povertà nel paese di partenza e del benessere in quello d'arrivo, una definizione di sé relativa alla precedente definizione, un'"immagine" del paese ospitante, un "progetto" di migrazione e di vita. D'altra parte "definizioni", "immagini" e "progetti" non possono essere intesi come proiezioni di soggetti astrattamente razionali, informati e competenti, ma come formulazioni parziali e parzialmente consapevoli, mutevoli, soggette ad aggiustamenti e riformulazioni nel processo dell'emigrazione. Assunte quindi le migrazioni come fatti sociali totali, gli autori guardano al fenomeno migratorio come pluralità di progetti: il lavoratore straniero è nel contempo "immigrato" per la società che lo ospita, ed "emigrante" sia dal suo punto di vista sia da quello della società che ha abbandonato. Il "mondo" degli immigrati, assente e sconosciuto per la società che li ospita, si prolunga in microculture in cui la società di partenza viene riprodotta nell'ambiente estraneo: poiché è a partire dal suo essere marocchino o senegalese (e di quella tale etnia del Senegal o del Marocco) che un immigrato affronta la società estranea, una ricerca sull'immigrazione non può prescindere dalle culture specifiche degli immigrati.
Il lavoro si fonda su un'ampia indagine quantitativa, su approfondite indagini qualitative sui processi migratori dal punto di vista degli immigrati, ed infine su due indagini sui paesi di partenza mediante diversi soggiorni degli autori in Marocco e in Senegal. Oggetto specifico del volume è infatti la nuova immigrazione da questi due paesi della riva sud, mentre i dati quantitativi e qualitativi sull'immigrazione eritrea, di più antica data, hanno soprattutto la funzione di permettere un confronto e un controllo rispetto alle due comunità di recente immigrazione. (X,SOC/5/6)
Ultimo aggiornamento: 20 settembre 2001