Gruppo di ricerca: Adolfo Carvelli, Federica Ancona, Alberto Ceriani
Dati di pubblicazione: Milano, Regione Lombardia, 1994 (Orpi, Documento n. 7)
La ricerca considera solo i dipendenti diretti dall'Ente locale e approfondisce in particolare la situazione del personale di ruolo; le domande su consistenza, caratteristiche, professionalità, inquadramento, allocazione, costi, trovano risposta alla data del 31.12.1993 con una retrospettiva al 1987 e una verifica di tendenza al marzo 1994; lo studio presenta comparazioni con altri grandi Comuni italiani.
Nel 1993 il rapporto personale comunale-residenti è pari a uno ogni 57 milanesi (era di 1 a 62); nel confronto intercomunale la condizione di Milano appare favorevole, ma è ottenuta con un crescente ricorso a personale precario.
Quanto alle variazioni dal 1987 al 1993: la quantità totale è diminuita (in 6 anni meno 2730 unità) anche se vi sono segni recenti di ripresa (nel '93 saldo positivo personale uscito/personale entrato e turnover più basso rispetto agli anni precedenti), ed è aumentato a 1 ogni 6 il rapporto dipendenti a termine/dipendenti stabili.
Nella struttura per qualifica diminuiscono direttivi, istruttori e operativi, mentre aumenta di rilevanza l'VIII livello; la prevalenza del personale operativo e il valore di qualifica media vicino alla quinta rimangono invece stabili per l'intero periodo.
La spesa complessiva sostenuta dal Comune di Milano per il personale ammonta a 876 miliardi e 23 milioni, con una retribuzione media annua che va dai 21 milioni di un III livello ai 90 milioni di un dirigente II dir. (da 100 a 417); retribuzioni più rigide rispetto al passato, trascurabile l'effetto economico degli incentivi alla produttività.
I 19.430 dipendenti di ruolo sono in maggioranza donne e si concentrano nelle qualifiche operative: la femminilizzazione è in costante aumento, esclusi i ruoli dirigenti.
La qualifica media è la V; quasi un quarto dei dipendenti beneficia del LED; il rapporto dirigenti/dipendenti è di uno a 69.
Rispetto ad altre città, il Comune di Milano ha meno dirigenti e più quadri intermedi. L'età media è intorno ai 40 anni, l'anzianità media di servizio è di 15 anni. Circa il 60% dei dipendenti risiedono a Milano; la numerosità dei centri di provenienza della restante parte conferma il potenziale occupazionale del Comune di Milano.
Il rapporto di lavoro cessa soprattutto per dimissione, in misura molto inferiore per domanda (prevalente invece negli anni precedenti) e passaggio ad altro ente.
Le nuove assunzioni sono avvenute quasi esclusivamente per concorso pubblico (11.553 partecipanti nel 1993; 1 posto disponibile ogni 12 ammessi). La mobilità interna è un elemento permanente: 765 i cambi di qualifica nel 1993. Circa la metà dei dipendenti ha la stessa qualifica d'assunzione, ma il 27% è passato al livello superiore e il 19% ha compiuto avanzamenti ancor più consistenti.
Le giornate di assenza sono state 14 per dipendente con una riduzione del potenziale lavorativo (5,6 per cento) mediamente inferiore ai dati di settore. Due milioni le ore di straordinario (in forte diminuzione). Meno della metà gli iscritti a un'organizzazione sindacale.
Il personale non di ruolo è pari nel 1993 a 425 persone (1,8% per totale), in prevalenza femmine, e soprattutto dei livelli VI e VII. Il personale temporaneo, 6,7% del personale complessivo, frequente nelle qualifiche medio-alte, ha un tasso di femminilizzazione molto elevato, contrariamente al personale contrattista ed equiparato (7,7 per cento sul totale dipendenti, circa 2000 unità). (93.14,IST/5)
Ultimo aggiornamento: 20 settembre 2001