Gruppo di ricerca: Guido Gay, Claudio Beretta, Gabriella Bertazzini, Federico Rappelli
Dati di pubblicazione : Milano, Regione Lombardia, 1992 (Osservatorio Mercato del Lavoro)
La ricerca analizza gli sbocchi professionali dei giovani che hanno frequentato un corso di formazione professionale regionale e che hanno positivamente concluso l'iter di studio nel 1988; il questionario è stato quindi somministrato tre anni dopo il conseguimento dell'idoneità. Il principale elemento di novità nell'impostazione dell'indagine è la presenza di corsi riservati a giovani in possesso di diploma di scuola media inferiore. Questo livello d'istruzione professionale ha una discreta importanza nel panorama della formazione professionale regionale e, anche in previsione dell'estensione dell'obbligo scolastico a 16 anni, tenderà ad assumere un peso sempre maggiore nella progressiva riqualificazione dell'offerta di formazione in regione. L'indagine permette una valutazione comparativa tra i diversi livelli esaminati (qualifica, specializzazione, diploma) dal punto di vista delle caratteristiche degli utenti e dell'efficacia della formazione ricevuta. Essa ha consentito inoltre una comparazione sulle differenze tra corsi (i più significativi dal punto di vista numerico), nel medesimo livello formativo. I giovani esaminati provengono da famiglie scarsamente scolarizzate; si evidenzia una progressione dell'origine sociale in relazione al livello di corso professionale scelto. Il sottoinsieme di chi ha frequentato un corso post-diploma si differenzia dall'universo dei diplomati lombardi: comprende infatti giovani prevalentemente di modesta origine sociale, il che dimostra quanto sia ancora "costretta" la scelta di investimenti educativi a rendimento ravvicinato. Netta appare la segregazione femminile: i maschi prediligono i corsi professionali ad indirizzo meccanico, elettrico ed elettronico, le femmine quelli che introducono alle tradizionali professioni di servizio nel terziario. Relativamente ai percorsi di lavoro. Una minoranza lavorava stabilmente prima di iniziare il corso, tale percentuale aumenta col livello di studio ed è superiore tra i maschi, evidenza associata alla maggior età media dei ragazzi. Il tasso di disoccupazione appare modesto e fortemente associato col livello: chi ha frequentato un corso di qualifica ha una probabilità quasi doppia di essere alla ricerca di occupazione rispetto a chi è uscito da un corso post-diploma. Tra chi non era occupato all'uscita dalla formazione il tasso di disoccupazione è uguale tra i maschi e le femmine. Le caratteristiche dell'inserimento lavorativo sono positive. In grandissima maggioranza i giovani dichiarano di avere un lavoro stabile, anche se non sempre soddisfacente: l'indagine evidenzia casi clamorosi di sottoutilizzo dell'investimento personale effettuato. In particolare una minoranza di chi ha frequentato un corso post-diploma (qualifica per molti versi assimilabile a quella che si otterrà nei corsi di laurea brevi) ha dovuto accettare un posto da operaio comune. Nei CFP convivono esperienze molto valide a fianco di realtà scarsamente qualificate. Il limite più evidente appare comunque la difficoltà per i singoli CFP di certificare la formazione dei giovani al di fuori di un ristretto ambito locale, compito che dovrebbe essere svolto a livello provinciale o regionale. (X,SOC/3/23)
Ultimo aggiornamento: 20 settembre 2001