Gruppo di ricerca: Marco Martini
Dati di pubblicazione : Milano, IReR, 1979
Dal 1977 l'Istat iniziò una nuova serie di rilevazioni campionarie delle forze di lavoro che, attraverso l'introduzione di nuove domande di controllo, consente di cogliere in misura notevole anche fenomeni di occupazione nascosta e di disoccupazione implicita e di rilevare quindi il tasso di occupazione, quello di disoccupazione e quello di attività. Rimanevano comunque da verificare due questioni essenziali: - la prima relativa al confronto tra la misura del lavoro marginale italiano e quello degli altri paesi, se il dualismo, cioè, sia caratteristica comune delle economie capitalistiche o una caratteristica prettamente italiana; - la seconda, inerente al problema della segmentazione del mercato del lavoro, per la quale l'esigenza di tipologie lavorative marginali è condizione necessaria ma non sufficiente. Occorreva infatti misurare il grado di impermeabilità tra le diverse posizioni, ma tale misura poteva essere compiuta solo ove si conoscesse la consistenza dei flussi di mobilità. La ricerca ha inteso dare una risposta ai due problemi utilizzando i risultati delle Indagini sulle forze di lavoro coordinate dall'Istituto statistico delle Comunità Europee nel 1973-1975. L'analisi comparativa dei sistemi occupazionali viene normalmente condotta mediante il confronto fra i tassi di attività e i rapporti di composizione settoriale dell'occupazione. Proprio da tale confronto è emersa la particolarità del caso italiano e la necessità di un confronto con gli altri paesi europei. In particolare la ricerca ha considerato l'Italia, la Germania, la Francia, il Regno Unito e la regione Lombardia, operando il confronto in primo luogo sulla struttura dell'occupazione e della disoccupazione con particolare riferimento all'area marginale, in secondo luogo comparando i flussi di mobilità annuale tra occupazione e non occupazione e tra le diverse posizioni occupazionali. Da un'ampia analisi di informazioni statistiche emerge come il mercato del lavoro italiano risulti caratterizzato dalle maggiori rigidità e segmentazioni fra quelli considerati nella ricerca. I fattori di rigidità sono da ricercarsi più sul versante istituzionale che su quello economico. Anche il mercato del lavoro lombardo, benché la struttura produttiva della regione possieda tratti decisamente "europei", presenta, dal punto di vista del lavoro marginale e della mobilità, preoccupanti analogie con quello italiano. Sulla scia di queste prime analisi si è avviato un dibattito che ha portato poi al progetto di costituzione degli Osservatori del mercato del lavoro. (X,SOC/3/10)
Ultimo aggiornamento: 20 settembre 2001