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[1980] Ristrutturazione industriale e mercato del lavoro in Lombardia

Gruppo di ricerca: Giuseppe Zecca, Marco Martini, Pia Saraceno, Rodolfo Jannaccone Pazzi

Dati di pubblicazione : Milano, Angeli, 1980

Obiettivo della ricerca è di comprendere secondo quali meccanismi e con quale estensione e grado di omogeneità nei comportamenti abbia reagito al mutamento nel quadro delle relazioni industriali, delle condizioni tecnico-energetiche, dell'assetto monetario esterno, quella porzione di industria lombarda che si confronta con la concorrenza più attiva sull'estero e con una forza lavoro organizzata all'interno. La ricerca pone in luce quale strategia di ristrutturazione (adeguamento fisico degli impianti, della natura del prodotto, dell'uso di forza lavoro) abbiano seguito le imprese intervistate, nel periodo 1970/77. Al centro dell'attenzione è quindi il fenomeno della ristrutturazione, inteso come adattamento fisico della produzione, orientamento del progresso tecnico, divisione interna del lavoro, ricerca di spazi di flessibilità tramite decentramento produttivo, ecc. In particolare, si tenta di mettere a fuoco il complesso rapporto fra mercato del lavoro (condizioni di contrattazione e vincoli) e adeguamento reale delle imprese, evidenziando gli effetti sulla dinamica della domanda di lavoro, sulla sua selettività per sesso e mansione, sull'uso di strumenti di attenuazione delle rigidità emergenti dalla nuova legislazione del lavoro (Cig, licenziamenti). Al questionario hanno risposto circa 210 imprese con stabilimenti esistenti già nel 1970 ed ancora operanti nel 1976, di dimensioni non inferiori ai 100 addetti e localizzati in area territoriale di antica e consolidata industrializzazione; i comprensori prescelti sono stati quelli di Lecco, Varese-Verbano, Busto-Legnano-Gallarate, Bergamo. I principali risultati conoscitivi attengono all'uso della forza lavoro, alla natura dei cambiamenti tecnico-organizzativi effettuati dalle imprese, al ruolo dell'azione sindacale ed agli adattamenti realizzati dall'impresa al proprio interno. Evoluzione strutturale della domanda di lavoro: all'interno di una relativa stazionarietà dell'occupazione, cresce l'impiego di personale maschile e di lavoratori non direttamente produttivi, pur in presenza di profonde disomogeneità infrasettoriali. I mutamenti di peso occupazionale fra il comparto "tessile" e quello della lavorazione dei metalli sono particolarmente rilevanti, con una caduta del primo esattamente compensata da aumento del secondo. Nell'industria strutturata compare quindi una concentrazione di domanda particolarmente accentuata nel segmento già da lungo tempo in piena occupazione. Natura ed estensione dei mutamenti tecnico-produttivi: sembra di poter rilevare una relativa maggior dinamicità delle imprese considerate rispetto alla media nazionale, pur in assenza di cospicui fenomeni di espansione con aumento occupazionale. Gli investimenti di razionalizzazione e il decentramento produttivo sono le particolari modalità assunte dalla ristrutturazione, che presenta forme di adattamento dinamiche in un quadro di sostanziale stabilità economica. Si analizzano infine i temi della contrattazione aziendale, i conflitti, le situazioni nelle quali il sindacato riesce a riorientare le scelte delle imprese. Su salari e occupazione converge la maggior pressione sindacale, mentre più debole è l'azione nei confronti della rigidità della forza lavoro. (X,E/4/9)

Ultimo aggiornamento: 20 settembre 2001
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