Gruppo di ricerca: Adolfo Carvelli, Emilio Reyneri, Andrea Fumagalli, Francesco Muscella
Dati di pubblicazione : Milano, Comune di Milano-Provincia di Milano, 1987 (Oetamm, 6)
Lo studio analizza l'area del Nord Milano compresa tra il settore settentrionale della città e le prime due-tre cinture di comuni posti a nord di Milano, una zona di antica industrializzazione caratterizzata dalla presenza di unità produttive di grandi dimensioni e dal predominio di settori (siderurgico, metallurgico, meccanico, chimico, tessile, fibre artificiali) che dalla fine degli anni Settanta hanno subito gravi cadute di domanda e/o radicali processi innovativi. La ricerca si è articolata in tre fasi. Nella prima fase sono stati ricostruiti i mutamenti nella struttura settoriale e del mercato del lavoro verificatisi negli anni Settanta e soprattutto nel periodo '81-86. Per quest'ultimo periodo, non coperto da rilevazioni censuarie, si sono elaborate e analizzate le serie storiche relative a natalità e mortalità delle imprese, assunzioni e dimissioni, iscrizioni alle liste di collocamento. Nella seconda fase un campione significativo di UL di grandi dimensioni (>500 addetti) è stato sottoposto a indagine diretta. Nella terza fase, per il più vasto universo delle unità manifatturiere oltre i 100 addetti localizzate nella zona, si è ricostruito l'andamento del ricorso alla Cig straordinaria: ne è emersa la diversa e migliore situazione in cui si trovano le medie imprese locali, anche se "punti di crisi" permangono più accentuati in alcune sub-aree. La ricerca analizza i profondi mutamenti nella domanda dei prodotti dell'industria manifatturiera verificatisi nell'ultimo decennio, e i conseguenti radicali cambiamenti nella struttura industriale e occupazionale del Nord Milano. La crisi del settore chimico provoca lo smantellamento del polo di Varedo e Cesano Maderno e quella del comparto siderurgico-metallurgico ha pesanti effetti sulle grandi fabbriche del Sestese, mentre la ristrutturazione tecnologica che investe il settore automobilistico e più in generale l'intero metalmeccanico ha notevoli conseguenze negative sull'occupazione soprattutto nelle zone di Rho ed Arese e nel Monzese (Desio e Arcore). La sfavorevole congiuntura settoriale ha investito quindi tutti quei settori che hanno caratterizzato il modello di sviluppo del Nord-Milanese nel dopoguerra. D'altro canto, il forte processo di terziarizzazione che contemporaneamente ha investito Milano ha comportato un travaso di imprese industriali dal "centro" verso l'hinterland, nuovi insediamenti industriali, prevalentemente di dimensioni medio-piccole, che tendono a concentrarsi soltanto parzialmente nelle sub-aree di tradizionale maggiore industrializzazione. Negli anni Ottanta i più elevati livelli del tasso di incremento del numero di imprese si registrano nell'area di "nuova industrializzazione" del Vimercatese oltre che in alcuni comuni del Nord-Ovest in cui alla crisi strutturale del chimico e a quella endemica del mobile si contrappone una crescita del metalmeccanico. Dal punto di vista del mercato del lavoro in tutta l'area Nord Milano si ha un forte rallentamento della dinamica occupazionale e un aumento della disoccupazione, il cui aspetto peculiare sta nel sempre più rilevante peso della quota di disoccupati adulti estromessi dalle grandi fabbriche. (X,GEN/20/6)
Ultimo aggiornamento: 20 settembre 2001