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[1989] Dinamica dell'occupazione e del sistema industriale nell'ovest Milano

Gruppo di ricerca: Adolfo Carvelli, Emilio Reyneri, Daniele Checchi, Francesco Muscella

Dati di pubblicazione : Milano, Comune di Milano-Provincia di Milano, 1989 (Oetamm, 14)

All'inizio degli anni Ottanta l'area ad ovest di Milano, che si estende sino alla parte sud-est della provincia di Varese, presenta caratteristiche economiche molto differenziate (zone di vecchia industrializzazione, zone di recente sviluppo industriale e zone prevalentemente agricole), ma due tratti appaiono abbastanza omogenei: la relativamente bassa densità abitativa e la scarsa terziarizzazione causata soprattutto dalla forte carenza di servizi alla produzione. Le zone più dinamiche sono quelle caratterizzate da una maggior presenza del comparto meccanico: Rho e Corsico. In particolare la zona di Rho, e quella limitrofa di Parabiago, appaiono investite da un forte processo di decentramento produttivo e di adattamento della scala produttiva ad esigenze di maggiore flessibilità. Le due zone rafforzano la propria vocazione industriale attraverso una profonda ristrutturazione che riduce la dimensione delle unità produttive e modifica la composizione settoriale a favore del meccanico. La zona di Gallarate e sia pure in misura molto minore anche quelle di Castano e di Magenta si presentano come casi atipici di riuscito rilancio dei settori manifatturieri tradizionali, anche in assenza di una forte infrastruttura terziaria. La contemporanea crescita del tessile, in un contesto di forte decentramento, e del meccanico sembra suggerire una qualche complementarità positiva che rafforza il tessuto industriale di queste zone. La fascia nord-est (Busto Arsizio e Legnano) ha invece vissuto negli anni Settanta una caduta dei settori manifatturieri tradizionali, compensata soltanto da una crescita dell'occupazione pubblica decisamente superiore alla media dell'intera area. Escludendo quindi le situazioni stagnanti, il mix produttivo dell'area si presenta nel complesso sufficientemente robusto per la compresenza della produzione sia di beni intermedi sia di beni finali e della produzione / installazione / riparazione di impianti. Tuttavia, oltre ad una spiccata sotto-terziarizzazione, mancano attività ad elevato contenuto tecnologico ed innovativo e permane una sostanziale dipendenza dal Milanese per i servizi e l'innovazione tecnologica.

Negli anni Ottanta il modello di sviluppo sembra quindi aver beneficiato della generale ripresa economica. Le zone deboli tuttavia non danno segnali di ripresa ed anzi le proiezioni demografiche al 1991 ne confermano il progressivo declino. In conclusione, alla fine degli anni Ottanta l'area, che si caratterizza per la forte vocazione manifatturiera e la debolissima terziarizzazione mentre larghe zone sono ancora a prevalente destinazione agricola, non presenta particolari problemi per un suo ulteriore sviluppo nel prossimo futuro, specialmente se potrà orientarsi verso quell'ampliamento del settore terziario verso il quale già si è incamminato il settore della distribuzione commerciale, mentre più lento sembra essere il passo degli altri comparti. (X,GEN/20/14)

Ultimo aggiornamento: 20 settembre 2001
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