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[1983] L'artigianato manifatturiero di produzione in tre aree periferiche della Lombardia. Valcamonica, Valsassina, Valtellina

Gruppo di ricerca: Franco Rivolta, Società CERPI

Dati di pubblicazione : Milano, IReR, 1983

La ricerca è nata dall'esigenza di verificare alcune ipotesi circa le differenze strutturali che esisterebbero tra l'artigianato manifatturiero di produzione delle aree metropolitane "deboli" e quello delle aree metropolitane "forti". Queste differenze, anche in sede di progetto, si qualificavano in gran parte come risultato di un diverso rapporto con l'ambiente, in particolare: nelle aree forti l'artigianato è prevalentemente influenzato dal sistema di relazioni gerarchiche (tecnologiche e/o mercatistiche) che lo collega alla struttura industriale portante del sistema lombardo; nelle aree deboli, al contrario, è prevalentemente influenzato dal sistema di relazioni intersettoriali (di natura esclusivamente mercatistica) che lo collegano al sistema socio-economico locale e alla domanda aggregata espressa da quel sistema. Le osservazioni che emergono da un confronto strutturale tra i dati settoriali e dimensionati tra aree forti e deboli portano a concludere che la maggiore importanza dell'artigianato manifatturiero nelle aree periferiche non è tanto la conseguenza di una specializzazione produttiva in settori che privilegiano strutturalmente la dimensione artigiana, quanto piuttosto l'effetto della mancanza di condizioni insediative idonee allo sviluppo della dimensione industriale. In altre parole, l'economia industriale delle aree periferiche non è strutturalmente differente da quella delle aree forti ma se ne distingue invece per il relativo minor sviluppo dimensionale delle unità produttive. In tutte e tre le aree periferiche studiate si rileva un'accentuata concentrazione settoriale dell'occupazione nelle imprese manifatturiere artigiane. Tale concentrazione è mediamente più alta di quella riscontrabile in aree forti: ciò significa che l'artigianato nelle aree periferiche dipende da uno spettro più ridotto di quanto non avvenga nelle aree forti, sia per la mancanza di una domanda indotta (e spesso diversificata) da parte dell'operatore industria, sia per la tendenza, nelle aree periferiche, al crearsi di economie di agglomerazione attraverso processi di imitazione e sostitutivi delle economie di scala caratteristiche delle aree centrali. Dal punto di vista della gestione imprenditoriale, i risultati delle indagini portano a ritenere che il rapporto impresa/ambiente è influenzabile principalmente dalla variabile mercato. Che le politiche e le performances di mercato costituiscano il tramite più significativo del rapporto impresa/ambiente, è discriminante rilevante nell'ispirare l'atteggiamento dell'impresa: mentre quelle a più accentuata vocazione mercatistica esterna privilegiano i fattori d'ambiente che sono anche fattori di produzione (lavoro, infrastrutture, comunicazioni), quelle a più accentuata vocazione mercatistica interna privilegiano i fattori d'ambiente che sono anche fattori di mercato (domanda locale, industrie complementari). Valsassina, Valcamonica e Valtellina, rispetto a questa componente gestionale, assumono fisionomie differenti: la minore o maggiore apertura dei sistemi artigianali porta a privilegiare i fattori localizzativi che esauriscono il loro effetto all'interno del territorio, o quelli che tendono nettamente a privilegiare i fattori ambientali di interrelazioni. (X,E/5/2)

Ultimo aggiornamento: 19 settembre 2001
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