Alla specializzazione industriale della Lombardia (che in Italia è seconda solo al Piemonte e in Europa ha superato i livelli di industrializzazione di aree quali West-Midlands, Fiandre, Baden-Worttemberg, Renania-Westfalia, Alsazia-Lorena) non corrisponde un'adeguata dotazione di servizi, tanto che si può parlare di "sottoterziarizzazione" lombarda in rapporto ad un contesto europeo fortemente urbanizzato.
L'insufficiente sviluppo del terziario è particolarmente evidente con riferimento al "terziario industriale", ai servizi pubblici ed al "terziario superiore". Sono pertanto questi i settori che dovrebbero offrire le maggiori opportunità occupazionali in Lombardia, fornendo un nuovo essenziale sostegno all'efficienza dei processi industriali, nonché reali opportunità di lavoro qualificato. In ambito industriale, si è ribaltato il tradizionale rapporto fra piccole e grandi imprese, registrando le prime un notevole sviluppo anche endogeno, a fronte della crisi della grande dimensione.
Permangono tuttavia le caratteristiche negative tipiche dell'industria lombarda fin dal 1964, e più precisamente: una posizione tecnologicamente subalterna rispetto ai Paesi guida dell'Occidente; inoltre, la carenza di grandi strutture, capaci di trainare il processo di innovazione; infine, un certo grado di "conservatorismo industriale" nella composizione del sistema produttivo.
Ultimo aggiornamento: 19 settembre 2001