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[1987] Rapporto IReR '87

Gruppo di ricerca: Giuseppe Gario, Giorgio Lunghini, Alberto Martinelli, Giorgio Pastori, Tiziano Treu Vittorio Angiolini, Carluccio Bianchi, Adolfo Carvelli, Antonio Chiesi, Alberto Colombo, Martino Colucci, Elvina Degiarde, Guido Gay, Daniela Gregorio, Alberto Majocchi, Marina Murat, Pier Antonio Varesi

Dati di pubblicazione: Milano, IReR, 1987.

Parte economica

Il Rapporto conferma un dato molto importante per la Lombardia: la fase di espansione dell'economia lombarda giunge con l'87 al quarto anno consecutivo; performance molto particolare per la sua insolita durata. Nel 1987 il Pil della Lombardia è aumentato in ragione del 2,9% confermando così un livello di relativa costanza della crescita come si esprimeva già dal 1984. All'origine di questa crescita si individua il ruolo della domanda interna, che nel 1987 è aumentata del 4,7%. L'espansione del Pil è stata quindi trascinata da una ripresa del processo di accumulazione ancora prevalentemente dovuta all'esigenza di rinnovare gli impianti, contenere il consumo di materie prime e migliorare la competitività delle imprese, soprattutto di quelle orientate all'esportazione.

Gli elementi forti che ancora una volta hanno contraddistinto l'economia lombarda sono stati: gli investimenti lordi (macchine, costruzioni e scorte), i consumi delle famiglie, che segnano anch'essi una crescita piuttosto elevata, e i consumi collettivi (spese correnti dell'apparato pubblico) che continuano un trend di espansione tipico ormai degli anni '80, trend che ormai si è stabilizzato ad un livello poco superiore al 2% annuo.

Dal punto di vista della formazione delle risorse, il maggior contributo alla crescita in Lombardia viene dal comparto dell'industria che registra un tasso di crescita per il 1987 del 3,3%. Nel comparto dei servizi (dal commercio ai servizi alle imprese) si registra un aumento pari al 3,1% con una lieve decelerazione rispetto alle tendenze più recenti. Il profilo della crescita dell'economia lombarda di livello buono, ma tuttavia contenuto, sembra in grado di produrre un'inversione della tendenza del mercato del lavoro. Per la prima volta negli anni '80 domanda ed offerta di lavoro sono cresciute con lo stesso tasso percentuale (la crescita dell'occupazione è stata determinata esclusivamente dal contributo del settore terziario).

Parte sociale

Il quadro della realtà sociale lombarda mette in evidenza il costante decremento demografico con una rilevante discrepanza tra regione e nazione: tra il 1982 e il 1986 la Lombardia perde 2 abitanti su 1000, mentre l'Italia ne guadagna circa 10. Le indagini IReR delineano inoltre un mercato del lavoro con caratteristiche sempre più flessibili: rapporti di lavoro meno stabili e garantiti per i giovani, percorsi di carriera che mostrano la pratica diffusa del passaggio da lavoro autonomo a dipendente e, meno, da lavoro dipendente ad autonomo, la diffusione del doppio lavoro.

Dall'analisi dell'evoluzione del sistema scolastico e formativo emerge un intreccio di dati positivi e negativi; esige comunque un'interpretazione e una risposta il fatto che ancora nel 1987 oltre il 40% della popolazione attiva risulti non aver terminato la scuola dell'obbligo e che ben 230 mila giovani negli anni 1979-84 abbiano abbandonato gli studi superiori. Infine, mentre il quadro complessivo della realtà lombarda conferma nel 1987 una situazione di benessere diffuso, che testimonia la solidità dell'economia regionale, con una propensione al risparmio superiore a quella media nazionale, la Lombardia continua a detenere il primato del numero di delitti per abitanti, con una netta prevalenza di reati contro il patrimonio. Fra gli altri sintomi di disagio sociale c'è poi l'aumento costante del numero dei suicidi che nel 1986 sono il doppio di quello registrato appena cinque anni prima.

Parte istituzionale

Questa terza e ultima parte del Rapporto - strutturata come sempre in capitoli relativi rispettivamente all'occupazione e allo sviluppo economico, ai servizi sociali, alla pianificazione territoriale e urbanistica, alla tutela dell'ambiente e alla finanza regionale e locale - argomenta in particolare il carattere di transizione che i rapporti Stato-Regione hanno avuto nel corso del 1987, derivandone la concomitante necessità di un recupero del senso delle autonomie e delle diversità regionali, nel contesto di una leale ed efficace collaborazione intergovernamentale. (x,GEN/0/8)

Ultimo aggiornamento: 19 settembre 2001
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