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[1988] Rapporto IReR '88

Gruppo di ricerca: Giuseppe Gario, Giorgio Lunghini, Alberto Martinelli, Giorgio Pastori, Tiziano Treu Contributi di: Stefano Allievi, Vittorio Angiolini, Carluccio Bianchi, Adolfo Carvelli, Antonio Chiesi, Alberto Colombo, Martino Colucci, Emilio De Capitani, Elvina Degiarde, Guido Gay, Daniela Gregorio, Alberto Majocchi, Marina Murat, Pier Antonio Varesi, Francesca Zajczyk

Dati di pubblicazione: Milano, IReR, 1988.

Parte economica

Seguendo una tradizione consolidata, la parte economica comprende due distinti contributi: il primo relativo all'andamento congiunturale dell'economia lombarda nel contesto italiano ed internazionale, il secondo riferito a specifici temi monografici. Nel primo contributo si analizzano le tendenze in atto nel sistema economico internazionale, quelle relative al nostro paese, e si illustrano le dinamiche congiunturali in Lombardia unitamente alle previsioni sull'evoluzione dei principali aggregati di contabilità regionale. I risultati dell'analisi congiunturale confermano le tendenze alla crescita già indicate nella precedente edizione e che durano ininterrottamente dal secondo semestre del 1983. E' inoltre prevista una buona performance dell'economia lombarda anche per il biennio 1989/1990. I due capitoli monografici affrontano invece, il primo, la questione della distribuzione del reddito in Lombardia - tema di grande interesse già oggetto di un approfondimento, con modalità differenti, all'interno del Progetto Milano - il secondo, l'evoluzione negli anni Ottanta dell'occupazione nella nostra regione, utilizzando le serie temporali tratte dall'Indagine sulle forze di lavoro integrate con le stime dell'occupazione di contabilità regionale.

Parte sociale

In questa parte si considerano alcune problematiche emergenti di grande rilevanza anche ai fini della programmazione regionale.

Nel capitolo relativo alle tendenze demografiche, che rappresenta ormai una consuetudine nell'analisi della realtà sociale lombarda, in questa edizione si è voluto analizzare il fenomeno dell'immigrazione straniera in Lombardia. Mediante il confronto tra la situazione regionale, quella italiana e quella relativa ad altri paesi europei, si è potuto constatare come, negli ultimi anni, si siano via via modificate sia la dimensione quantitativa dei flussi migratori sia le caratteristiche che questi hanno assunto (è, infatti, sensibilmente aumentato il numero di immigrati provenienti soprattutto dai paesi in via di sviluppo). In questo senso, sono stati considerati alcuni problemi che appaiono sempre più pressanti, sia per i soggetti direttamente interessati che per la collettività più in generale: si pensi ad esempio all'integrazione culturale e all'inserimento attraverso il sistema scolastico, alla tutela delle condizioni di lavoro, all'accesso ai servizi, all'apertura al pluralismo e all'accettazione razziale.

Il "Rapporto '88" si è posto inoltre l'obiettivo di mettere in rilievo il livello di qualità della vita della popolazione lombarda in funzione di alcuni aspetti specifici: l'organizzazione del tempo sia sociale che di lavoro, lo stato di salute e l'uso di servizi sanitari, le condizioni abitative. Con l'affermarsi del modello di vita urbano, che è ormai diffuso sull'intero territorio regionale (pur con alcune specificità ), la variabile tempo assume la importanza di una risorsa universale il cui consumo è via via più rilevante. In questi anni anche nella vita della nostra regione si sono verificati processi che per un verso hanno "liberato" una certa quantità di tempo "obbligato" (destinato ad esempio al lavoro o al disbrigo delle attività domestiche), per altro verso hanno creato diseconomie nel tempo sociale (si pensi alla perdita di tempo derivante dalla congestione del traffico o dalle "code" necessarie per accedere ad alcuni servizi). Gli effetti di tali processi sono riscontrabili soprattutto nelle aree metropolitane e interessano in modo differenziato categorie diverse di popolazione (donne, giovani, anziani, particolari fasce di lavoratori, ecc.). Un altro elemento fondamentale per conoscere il livello di qualità della vita deriva dall'analisi dello stato di salute. In questi ultimi anni è proseguita la tendenza al miglioramento delle condizioni di salute della popolazione lombarda; in parallelo si è verificata una trasformazione del tipo di patologia prevalente, e non ultimo è cambiato il modo di rapportarsi dell'individuo con il "sistema salute". Per quanto riguarda, infine, il livello di benessere economico si è analizzato il tema della "casa" come simbolo di status sociale acquisito, non tanto perché bene di proprietà (condizione ampiamente diffusa), quanto per i vantaggi connessi ad un'agiata condizione abitativa. Parte istituzionale

La terza parte del "Rapporto" è dedicata come negli anni precedenti all'analisi dei profili istituzionali delle politiche regionali. L'edizione 1988 è specialmente diretta a trarre un bilancio il più possibile organico dell'esperienza regionale all'approssimarsi della fase finale della legislatura e di altri importanti traguardi, quali l'integrazione europea del 1992. In tale prospettiva la parte istituzionale si è estesa alla considerazione di tutti i settori organici di interesse regionale (servizi sociali, attività produttive, lavoro e occupazione, territorio e ambiente) e all'esame delle implicazioni che derivano, per l'azione regionale in questi settori, dall'integrazione europea. Completa l'analisi la trattazione dei profili concernenti la disciplina della finanza regionale e locale. I vari contributi mettono in rilievo come la Regione, posta al crocevia di grandi trasformazioni negli assetti e nelle politiche di intervento nel campo dei servizi come delle attività produttive e dell'ambiente, veda mutare pressoché continuamente il proprio ruolo e la propria configurazione nel sistema complessivo. L'analisi per i diversi settori e profili considerati converge perciò su di un'indicazione comune: sulla necessità di un recupero dell'identità della Regione come soggetto partecipe in maniera autonoma e attiva del governo delle trasformazioni del sistema in un quadro garantito di rapporti efficaci e funzionali di coordinamento con lo Stato, la Comunità europea e gli enti locali. (x,GEN/0/9)

Ultimo aggiornamento: 11 settembre 2001
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