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[1999] Educazione e formazione dei giovani alla cittadinanza nazionale e sovranazionale: ruolo della scuola e della famiglia

Gruppo di ricerca: Adolfo Carvelli (Riferimento interno IReR); Antonio Monteleone (project leader)

Committente: Consiglio Regionale della Lombardia, D.G. Programmazione e Relazioni Esterne

Periodo di svolgimento: febbraio 1999 - ottobre 1999

Dati di pubblicazione: Consiglio Regionale della Lombardia - IReR, Educazione e formazione dei giovani alla cittadinanza nazionale e sovranazionale: ruolo della scuola e della famiglia, Milano: IReR, 2000 (Ricerche società)

La ricerca si è collocata ad un secondo livello rispetto all'indagine sociologica di base. A partire dai risultati della rilevazione di Monitor 3 Lombardia '98 (seconda fase: parte monotematica su giovani, scuola e istituzioni) e, secondariamente, da alcune delle innumerevoli indagini sul campo realizzate in questi anni, si è inteso proporre una serie di riflessioni e di interpretazioni, che prefigurino prospettive ed orientamenti verso cui indirizzare le politiche scolastiche e sociali, in merito al problema della cittadinanza. Nella prima parte del nostro lavoro, una volta analizzata la pratica didattica svolta in questo secolo e, segnatamente, negli ultimi trent'anni, circa l'educazione civica, è stato considerato il rapporto formativo delle due istituzioni scuola e famiglia attraverso i concetti di "curricolo formale" e ""curricolo informale"". Uno dei motivi, perlopiù non considerati, della ridotta efficacia educativa sulle nuove generazioni è dato infatti dalla forbice creatasi tra curricolo informale confezionato dalla famiglia, che comprende l'addestramento al ruolo sociale dello studente, e curricolo formale, in altre parole i comportamenti e le performance cognitive previsti da una scuola, da un corso di studi. I massmedia ricoprono un ruolo cruciale nella caratterizzazione dell'immaginario collettivo e individuale, nella costruzione di valori personali, culturali, sociali, politici. è stata data, quindi, ampia attenzione all'approfondimento della comunicazione civica, politica, ideologica in ambiente massmediale. In particolare, poi, è stato esplorato il "criterio" che preside al discorso ideologico, strettamente connesso ai temi della cittadinanza e della societas. In conclusione sono proposte alcune linee da seguire nella costruzione della cittadinanza del Duemila, tenendo presente, nell'applicazione pedagogica, che si hanno di fronte soggetti con un'identità plurale, coscienti della propria interiore frammentazione, abili nel comunicare pur essendo individualisti, scontrosi e separativi, tendenzialmente adolescenti cronici dal punto di vista emotivo. L'evoluzione dalla cittadinanza nazionale a quella sovranazionale, attraverso quella europea, è oggetto della seconda parte del lavoro. Ricerche condotte con metodi avanzati, nella doppia visuale sociologica e storico-economica, ci hanno permesso di delineare delle circostanze probabili, davanti alle quali, alla stregua di quinte teatrali, potrebbe trovarsi ad agire l'attore sociale del prossimo futuro. Ovviamente, non sono previsioni univoche o deterministiche: aperti all'imponderabile della libertà della persona e all'imprevedibile della macroeconomia, sono fondali multipli. è su tale disegno in prospettiva che abbiamo interpretato i dati di Monitor 3 Lombardia '98 usando una direttirce che tenga conto degli elementi della presente transizione socioculturale in Italia e in Europa, e soprattutto delle presumibili combinazioni, verificabili in itinere, nel processo verso una società dell'integrazione. I documenti cui ci si è riferiti nel condurre lo studio hanno guardato al rapporto scuola-società-identità sia nel contesto peculiare (la Regione Lombardia), sia nella situazione italiana aperta sull'orizzonte della riforma scolastica del Ministero Berlinguer e dell'insieme dell'Unione Europea sorta dal Trattato di Maastricht. Pur collocando i dati di Monitor 3 all'interno del loro ambito originario (la società contemporanea in Lombardia), si è ritenuto opportuno affrontare l'indagine alla luce di temi di ampia portata e di carattere generale: la società nella transizione, l'identità postmoderna, la cittadinanza europea, i nuovi ruoli di scuola e famiglia.
Il sentiero più praticabile per raggiungere la meta disagevole dell'integrazione "civica" in Europa è stato rinvenuto nell'idea di cittadinanza societaria, che sottolinea la necessità di costruire i diritti e i doveri del cittadino a partire dall'autonomia delle formazioni sociali in cui egli esercita primariamente la sua cittadinanza come persona umana.
Una serie di focus group, in cui sono stati coinvolti genitori e insegnanti, ha permesso di verificare alcuni assunti interpretativi e propositivi, grazie alla viva voce di attori sociali. Oltre alle proposte avanzate in chiusura della prima e della seconda parte e avendo di fronte il quadro degli ultimi decenni del secolo contrassegnati da un turbolento dinamismo - che coinvolge contemporaneamente, seppure con disuguale entità tutte le società umane del pianeta -, da disomogeneità di concezioni etiche e sociali e da flussi migratori, abbiamo ritenuto opportuno presentare uno studio di due possibili forme per migliorare l'educazione alla cittadinanza: il contact parent e Internet. Dentro la cornice di tale quadro, infatti, occorre ripensare all'educazione civica secondo regole più flessibili e capaci di adeguarsi ai cambiamenti che la realtà subisce, contestualmente o quasi al loro emergere.
I contact parent sono figure, condivise da molte istituzioni scolastiche dei principali Paesi europei, a cui è assegnata la funzione di "cerniera" tra la sollecitudine e le iniziative proprie dei genitori nel rapportarsi con la scuola e, sull'altro versante, gli sforzi della scuola nel voler creare un dialogo coi genitori dei loro alunni. Sono quindi chiamati a essere i più importanti mediatori, insieme agli insegnanti-tutor, laddove questi esistono, d'ogni istanza concernente la relazione famiglia-scuola nell'interesse della crescita dei figli-alunni.
Infine, quanti utilizzano Internet, o in qualche modo sono interessati allo specifico patrimonio di conoscenze o al suo più semplice nozionismo, da tempo sono avvezzi ad ascoltare espressioni del tipo "cybercomunità", "cittadinanza virtuale" o "digitale" o "telematica" o "telecittadinanza", "telepolis o città o popolazione digitale" e una gran varietà di concetti equivalenti.
La valutazione delle caratteristiche tecnologiche e delle modalità relazionali di Internet ci ha permesso di chiarire che i cosiddetti progetti di democrazia elettronica dovrebbero essere precisati come progetti di supporto telematico alla democrazia; altrimenti, si induce l'idea che la rete sia luogo centrale d'azione politica vera e propria, la vera agorà, e non semplicemente una possibilità di interscambio d'informazioni e d'opinioni da immettere poi nell'autentico agone politico.
Il modo di procedere di Internet non consente propriamente un compito di educazione alla cittadinanza, tuttavia può senz'altro servire a migliorare il senso di fiducia nelle istituzioni e in coloro che le presidiano su mandato popolare e quindi agire positivamente sull'effettiva opera di educazione (99.93; SOC/2/14).



Ultimo aggiornamento: 18 marzo 2002
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