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[1999] La politica del dialogo sociale nel contesto della concertazione europea di fronte alle sfide del 2000 nelle regioni dei quattro motori per l’Europa e nelle altre regioni "forti" del sud europeo

Gruppo di ricerca: Adolfo Carvelli (Riferimento interno IReR); Alberto Bramanti (project leader, ISPI); Nicola Bellini, Giuseppe Folloni, Rodolfo Helg, Marco Nicolai, Lanfranco Senn, Michele Scarpinato

Committente: Regione Lombardia. D.G. Presidenza

Periodo di svolgimento: aprile 1999 - ottobre 1999

Dati di pubblicazione: IReR - Rapporto di ricerca

Il presente lavoro si è posto i seguenti obiettivi: perché e come rilanciare l’esperienza dei Quattro Motori; quale "vision", quali contenuti e quali strumenti indicare come via possibile e interessante in tale operazione di rilancio; come valorizzare e potenziare l’esperienza del "dialogo sociale", quali passi operativi suggerire nell’implementazione delle idee presentate. Il percorso di ricerca seguito si articola in quattro snodi logici, preceduti da una riflessione più generale su:
a) L’esperienza dei Quattro Motori: un positivo da potenziare.;
b) L’opportunità di far crescere questa esperienza anche alla luce del nuovo ruolo delle regioni dell’Europa di Agenda 2000 e oltre;
c) Le condizioni per un rilancio, che implicano una riflessione sulla "vision", sui contenuti e sulle modalità;
d) Lavorare sulle aspettative, a partire dalle attese degli altri Motori.
Un decennio di storia di collaborazione tra i Quattro Motori costituisce un patrimonio invidiabile e prezioso sul quale costruire. Si possono esprimere valutazioni differenti circa il grado di "successo" dell’associazione ma è indubbio che la strada per una fruttuosa collaborazione è spianata, i costi di coordinamento sono notevolmente abbassati, e la capacità di dialogo, di confronto, di iniziativa comune è sensibilmente cresciuta.
Su queste basi, il consolidamento dell’esperienza di questo primo decennio, la sua ulteriore crescita, ridandole slancio e incisività, costituisce un’opzione politica di grande interesse. Il recente Vertice sull’Occupazione dei Quattro Motori, tenutosi a Barcellona lo scorso mese di luglio, ha già segnato un rilancio politico dell’esperienza. Delle indicazioni emerse occorrerà tenere conto per tradurre in termini di visibilità, significatività e capacità di incidenza sui tessuti economici le attenzioni strategiche sollevate dal Vertice.
L’esperienza dei Quattro Motori potrà dunque proseguire ed arricchirsi nel suo secondo decennio rispettando alcune condizioni che attengono, prevalentemente, alla chiarezza degli obiettivi e alla conseguente consapevolezza e all’effettiva capacità di rappresentanza della società regionale nel suo complesso. Le condizioni riguardano, dunque, il perché, il cosa e il come.
C’è, innanzitutto, un problema di visione strategica dell’iniziativa dei Quattro Motori strettamente legata alla percezione del ruolo delle regioni e della loro capacità di interlocuzione nei confronti della UE. C’è in secondo luogo un problema di contenuti. Lo specifico delle azioni non potrà che nascere dal metodo del dialogo sociale interno ai Quattro Motori; le tematiche dovranno riguardare problemi di evidente rilevanza sovra-regionale, in cui sia percepibile il plus che deriva dal lavorarci congiuntamente con altre regioni avanzate, che possano prospettare l’identificazione e la sperimentazione di best practices spendibili a livello comunitario. C’è, infine, un problema di modalità organizzative risultando l’attuale strutturazione dell’attività dei Quattro Motori non adeguatamente stringente, né in grado di dare all’azione comune quella continuità che essa richiederebbe. Si apre il campo dell’identificazione di appropriati strumenti operativi e, congiuntamente, la sfida di irrobustire il dialogo sociale anche al livello sovraregionale.

Una direzione verso cui costruire è certamente quella della realizzazione di "azioni pilota" congiunte, più facilmente apprezzabili dall’Unione Europea e dai cittadini. I Quattro Motori ambiscono infatti a presentarsi quali avanguardie dello sviluppo economico, in grado di proporre nuove possibili soluzioni per problemi che in futuro molte altre regioni dovranno affrontare. (99.54; SOC/2/15).

Ultimo aggiornamento: 18 febbraio 2002


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