Gruppo di ricerca: Alberto Ceriani (project-leader), Luca Lanzalaco (direttore scientifico, Poleis Centro Studi e Ricerche di Politica comparata dell’Università Commerciale Luigi Bocconi), Cristina Barcellini, Alessandro Gargani, Roberta Maffio, Antonello Tarzia, Francesco Zucchini
Committente: Consiglio Regionale della Lombardia, D.G. Assistenza Legislativa
Periodo di svolgimento: 1998 - aprile 1999
Dati di pubblicazione: IReR - Rapporto di Ricerca; Milano, IReR, 1999 (Collana sintesi, 22)
La ricerca ha sperimentato la definizione di un prototipo di analisi di una norma, attento alle problematiche
implementative concrete successive alla sua approvazione. Le motivazioni
derivano dal dibattito sulla “crisi della
legge e della legislazione” e dalla necessità di sviluppare strumenti di valutazione di fattibilità delle leggi utili ai fini di una efficace
applicazione della legislazione.
Il progetto parte dalla constatazione che tra le tecniche di legistica, hanno finora conosciuto
maggiore sviluppo quelle applicate nell’analisi di fattibilità preventiva (o ex ante) svolta durante l’istruttoria, mentre quelle finalizzate all’analisi ex
post sono ancora ad uno stadio iniziale. Alle prime appartengono le griglie proposte dall’OCSE introdotte, sia nei diversi stati europei, che in ambito regionale,
nella forma delle checklists che consentono di verificare se la legge è necessaria, se è chiara, se sono sufficienti i mezzi stanziati e gli uffici
incaricati della sua realizzazione. Meno sviluppata è invece l’analisi successiva (o ex post). Se siamo in grado di sapere quali procedure e quali
accorgimenti tecnici adottare per ottenere leggi che siano plausibilmente efficaci, altrettanta chiarezza non esiste su come valutare, una volta che la
legge è stata applicata, quali sono i suoi effetti, se questi sono congruenti con gli obiettivi del legislatore e se
siano necessari interventi manutentivi per migliorarla.
La proposta metodologica predisposta per il Consiglio Regionale cerca di dare una prima risposta ad
entrambi i problemi evidenziati: sulla base della ricostruzione dei nessi causali sottostanti ad una legge cerca di stabilire in modo rigoroso quali
elementi debbono essere oggetto di monitoraggio durante la fase di attuazione e, in secondo luogo, affronta i problemi di integrazione tra analisi ex ante e
analisi ex post.
La proposta, attualmente in sperimentazione su atti regionali già approvati, si distingue per tre aspetti
costitutivi. Innanzitutto introduce una differenza sostanziale tra l’analisi ex ante e l’analisi ex post. Per quanto riguarda l’analisi ex ante si dispone ora
di algoritmi, procedure e metodologie consolidate e standardizzate che possono essere applicate in modo indifferenziato a qualunque legge.
Nel caso dell’analisi ex post il sistema di valutazione deve essere invece progettato ad hoc per ogni legge. Da ciò consegue che non è possibile
elaborare e trasmettere una metodologia o una procedura standard valida per ogni legge, applicabile in modo meccanico e automatico.
Viene quindi proposta una metodologia flessibile che deve essere adattata alle caratteristiche di ogni singola legge.
In secondo luogo nella elaborazione della metodologia si è adottato un criterio di parsimonia partendo
dalla assunzione che le risorse a disposizione non sono illimitate e devono quindi essere allocate in modo efficiente e selettivo. Infine, è necessario
sottolineare che la metodologia richiede necessariamente una fase di perfezionamento attraverso ulteriori simulazioni e applicazioni. È solo nella
fase applicativa, infatti, che emergono problemi che sarebbe difficile, per non dire impossibile, anticipare nella fase di elaborazione teorica. In questo
senso è una metodologia aperta e anche dopo un numero elevato di applicazioni, è ancora passibile di ulteriori miglioramenti.
(98.23; IST,46)