Gruppo di ricerca: Alberto Ceriani (Project-leader), Luca Bonardi, Elena dell’Agnese, Dino Gavinelli, Flavio Lucchesi, Alberto Pagani, Ghilla Roditi, Riccardo Tabacco, Antonio Violante, Guglielmo Scaramelli (Università degli Studi di Milano, Istituto di geografia umana), Luciano Albini (Apotema)
Committente: Regione Lombardia, D.G. Enti Locali
Periodo di svolgimento: dicembre 1996 - marzo 1998
Dati di pubblicazione: IReR - Rapporto di ricerca
Relativamente ai contenuti analitici della ricerca si può dire abbia raggiunto alcuni punti
fermi sullo stato attuale della montagna lombarda e, per la materia trattata e la notevole
quantità di materiali considerati, aperto nuove prospettive di approfondimento
e di puntualizzazione. Dei fattori che più di altri agiscono nei territori
montani vengono ricostruite tendenze e caratteristiche, indicazioni di
continuità e di differenza. A proposito delle dinamiche demografiche (natalità,
mortalità) viene osservato come la montagna lombarda, non presenti più, nel suo
complesso, differenze rilevanti (al proprio interno e rispetto al resto della
Regione). Le differenze appaiono invece consistenti (soprattutto rispetto al
resto della Regione) se si analizzano le tendenze di medio-lungo periodo e si
possono leggere con i caratteri del notevole decremento di popolazione del
dopoguerra e del recente consolidamento demografico. Le dimensioni attuali sono
su livelli quantitativi inferiori ai precedenti, ma probabilmente commisurati
alle possibilità offerte dalla consistenza e dalla qualità delle strutture
produttive e di servizio locali, oltre che ai rapporti di interdipendenza
(pendolarismo, turismo, decentramento di attività economiche) che i singoli
settori montuosi intrattengono con il resto della Regione. Forti modifiche
invece in relazione alla struttura economica. Risulta molto modificata nella
presenza e nel ruolo l’agricoltura. Dalle informazioni disponibili ed elaborate
(dimensione minima delle aziende coltivatrici, invecchiamento degli operatori,
lavoro a tempo parziale, e così via) sono emerse peculiarità locali e
differenze fra sezioni della montagna lombarda con l’esposizione all’agricoltura
specializzata piuttosto che all’impiego di patrimonio zootecnico bovino (in
forte decremento e con problemi indotti di abbandono dei pascoli, degrado di
strutture e moltiplicarsi di rischi idrogeologici).
Diversa anche la presenza dell’industria e dell’artigianato con
tendenze di drastica decadenza di alcuni settori produttivi tradizionali e,
insieme, di consolidamento di distretti produttivi i cui operatori hanno saputo
adeguarsi alle nuove condizioni del mercato europeo e mondiale. Studiati pure
il turismo, con approfondimenti sui processi di dismissione degli impianti per
gli sport invernali, le dinamiche occupazionali, i servizi sociali (scuola,
sanità, assistenza, trasporti, ecc.), l’accessibilità, il rapporto con le
regioni transfrontaliere, le aree protette. Esaminato anche il comportamento
finanziario degli enti locali e delle Comunità montane per il quale sono state
studiate le politiche di spesa e di entrata dei bilanci locali.
Quanto alle logiche di miglioramento e alle indicazioni che possono essere raccolte per le politiche
regionali, la ricerca suggerisce l’obiettivo della costituzione di sistemi
insediativi ed economici efficienti ed efficaci. Sono necessarie azioni
integrate e progetti complessivi di potenziamento qualitativo e quantitativo
dell'insediamento montano. Condizioni favorevoli perché ciò avvenga, appaiono
la capacità di mantenimento o di richiamo di una massa critica di popolazione
stabilmente residente; l’esistenza di collegamenti interni e verso l'esterno
funzionali ed efficienti; una base economica plurisettoriale consistente, solida
e integrata; una adeguata qualità di vita; un ruolo di coordinamento e
direzione degli sforzi di tutte le istituzioni che si occupano della montagna
sia direttamente (Comunità montane e comuni) che indirettamente.
(96.59; GEN/30)