Gruppo di ricerca: Giorgio Lampugnani (project leader); RobertoVerganti; Claudio Roveda; Matteo Kalchschmidt; Sergio Campo dall'Orto; Landoni Paolo; Vecchiato Riccardo; Signorelli Nicola
Committente: Regione Lombardia, D.G. Presidenza; Fondazione Cariplo
Periodo di svolgimento: marzo 2002- novembre 2002
Dati di pubblicazione: Rapporto di ricerca IReR
La Lombardia riveste un ruolo di «leader innovativo» a livello nazionale ed europeo:
- più di un terzo degli oltre 10.000 miliardi di Lire spesi annualmente dalle imprese per R&D
è realizzato dalle imprese lombarde;
- il 40% dei brevetti depositati da soggetti italiani presso l’EPO negli ultimi 10 anni è lombardo;
- la Lombardia rappresenta da sola quasi la metà del totale nazionale dell’interscambio “tecnologico” con l’estero.
A partire da questi punti di forza la Regione Lombardia si vuole impegnare nel ruolo strategico e
insostituibile di integratore di sistema sia in senso orizzontale (nell’ottica dell’aggregazione dei bisogni
e delle necessità, ma anche del raggiungimento di un’adeguata massa critica nelle iniziative di intervento
coordinate a livello regionale) sia in senso verticale (nell’interazione costruttiva con il governo nazionale
e comunitario per l’attuazione coerente degli indirizzi di politica nazionale e comunitaria, e per la migliore
allocazione delle risorse disponibili).
Obiettivi dell’azione devono essere il rafforzamento della capacità di ricerca di eccellenza e di frontiera
e l'utilizzo della conoscenza ivi prodotta per il trasferimento tecnologico in nuove imprese di spin-off o
in imprese high-tech o con spiccata propensione innovativa (già largamente presenti in Lombardia),
e l’aumento della propensione innovativa del tessuto di PMI che oggi costituisce la vera spina dorsale
dell’economia lombarda.
Il progetto RISE, frutto della collaborazione tra Regione Lombardia e Fondazione Cariplo e affidato
a IReR- Istituto Regionale di Ricerca per la realizzazione, si inserisce in quel filone di attività
che – nell’ambito delle politiche a sostegno dell’innovazione - si potrebbero definire di frontiera
in quanto a sperimentazione di un modello di governance e ad un nuovo modo di fare politica in tema di
ricerca e innovazione costruito attorno:
- alla selettività, ovvero alla esigenza di sostenere con particolare vigore le iniziative "vincenti"
ed eccellenti;
- al riconoscimento del ruolo imprescindibile svolto dall’investimento pubblico nel fare da volano
e da moltiplicatore delle risorse private e quindi nell’innescare circoli virtuosi di crescita tecnologica;
- alla partecipazione ed al coinvolgimento attivo delle componente privata del sistema economico
(sia imprenditoriale che finanziaria che sociale).
RISE infatti si caratterizza per la messa a punto di una metodologia di pianificazione e di programmazione
dello sviluppo tecnologico e produttivo regionale che trova nella valorizzazione delle eccellenze e nella
concentrazione delle risorse due aspetti centrali e qualificanti.
Obiettivo principale di RISE è innanzitutto individuare i caratteri e le peculiarità
di questo modello innovativo di strategia per la valorizzazione delle potenzialità di innovazione
e ricerca presenti in Lombardia e, in secondo luogo, sperimentarlo su un numero limitato di aree tecnologiche
di particolare interesse (così da poter verificare le condizioni per la replicabilità e l’applicazione anche
ad altre aree tecnologiche).
L’approccio concettuale a cui RISE fa riferimento ha dunque quattro principali milestones:
1. Technology foresight: analisi di attrattività delle tecnologie.
Per capire dove è opportuno/necessario investire occorre innanzitutto individuare, sulla base delle attuali
conoscenze e delle prospezioni strategiche, le Tecnologie Emergenti Critiche per l’industria mondiale ossia
i campi di ricerca più promettenti e interessanti con riferimento sia al successo tecnico-scientifico sia
all’impatto sulla crescita economica, sociale e culturale, nonché agli investimenti necessari per implementarle.
Solo conoscendo i trend di sviluppo tecnologico e il relativo impatto sarà possibile effettuare una selezione
razionalmente fondata degli obiettivi tecnico-scientifici da perseguire e quindi definire un’allocazione
ottimale delle risorse (finanziarie, professionali, ecc.) disponibili.
2. Posizionamento regionale
Una volta individuato lo scenario di riferimento e selezionate le tecnologie emergenti "di successo",
almeno potenziale, occorre verificare in quali di questi nuovi campi il sistema tecnico-scientifico
e produttivo lombardo è o può diventare "competitivo" a livello mondiale.
A partire dalle esigenze e opportunità di innovazione tecnologica da parte delle imprese esistenti,
e cercando di ipotizzare gli impatti che l’evoluzione tecnologica potrà determinare nella struttura
produttiva regionale, occorre posizionare la Lombardia rispetto ai sistemi produttivi di altri Paesi
e verificare le sue concrete opportunità di successo e di eccellenza a scala mondiale.
3. Selezione dei campi tecnologici
L’azione di benchmarking consente di individuare i campi di applicazione delle tecnologie su cui
la Lombardia ha effettive possibilità di diventare leader. All’interno di questi, occorre puntare – in modo
consapevole e deciso, ma anche condiviso e partecipato - su un numero limitato di campi e concentrare
su questi gli sforzi primari.
4. Politiche regionali per attrarre e ritenere persone e aziende high-tech
Alla scelta di concentrare attenzione e sforzi su alcuni campi per arrivare all’eccellenza mondiale,
occorre poi far corrispondere politiche e scelte concrete affinché tutto il sistema produttivo lombardo
tragga il massimo dei benefici dalle opportunità di sviluppo.
Andando a verificare l’azione di altre regioni europee e considerando i differenti modelli di organizzazione
delle ricerca e di integrazione "ricerca-impresa-finanza", occorre porre in essere una politica
che miri in questi campi ad avere ricadute significative in termini di:
- aumento di competitività delle imprese esistenti
- creazione di nuove imprese
- attrazione di risorse, anche straniere, per la R&S
- miglioramento della qualità della vita per tutto il territorio di riferimento.
I risultati ottenuti, che sintetizzano gli elementi conoscitivi emersi dalla consultazione degli esperti
e dalla elaborazione delle indicazioni da loro fornite, consentono di differenziare in maniera chiara le Aree
tecnologiche considerate, in termini di strategia di presenza competitiva fattibile per il sistema lombardo,
a fronte delle ricadute ottenibili sul piano economico e sociale e della posizione di partenza, soprattutto
per quanto riguarda le conoscenze e competenze disponibili e gli attori industriali.
Da un lato, abbiamo l’Area Materiali avanzati, in primo luogo, e l’Area Tecnologie energetiche, in secondo luogo,
dai cui sviluppi (nel medio termine nel caso dei Materiali avanzati e nel medio-lungo termine nel caso
delle Tecnologie energetiche) si attendono diffuse e significative ricadute economiche (anche assai rilevanti
per la competitività e l’innovazione dell’intero sistema produttivo lombardo). Tali tecnologie sono altamente
congruenti con le caratteristiche, le risorse, gli asset e gli attori del sistema socio-economico lombardo;
esiste una buona base di partenza in termini di strutture, competenze, conoscenze tecnico-scientifiche e appare
fattibile acquisire le risorse umane necessarie per raggiungere una posizione di eccellenza nello sviluppo
tecnologico, anche in considerazione della non eccessiva competizione della ricerca che esiste a scala
internazionale.
Dall’altro lato, si collocano le Aree ICT e Biotecnologie, per le quali il sistema lombardo dispone di risorse
tecnico-scientifiche (in molti casi di elevata qualificazione) e industriali concentrate su specifici campi
applicativi, a fronte di una competizione internazionale assai intensa e con posizioni industriali assai
consolidate, in certi casi dominanti, nelle Famiglie tecnologiche di base.
Più complessa è la situazione dell’Area Nanotecnologie, per cui le applicazioni industriali rilevanti sono
attese solo nel lungo periodo (2015-2020) ed esistono fortissime soglie dimensionali minime per la ricerca.
Da qui scaturisce l’opportunità per il sistema lombardo di concepire ed attuare strategie diversificate per le
Aree e soprattutto per le Famiglie (e le loro Componenti) considerate; la specificazione di tali strategie e la
loro traduzione in programmi potrà essere effettuata, in primo luogo, approfondendo e specificando l’analisi
prospettica, con la metodologia del Foresight, all’interno di quelle Famiglie di un’Area che risultano, in base
agli elementi informativi fin qui acquisiti, più promettenti e fattibili e, successivamente, costruendo, in modo
specifico e selettivo, linee strategiche e programmatiche, che costituiscono il Piano d’azione.
Nella seconda fase di RISE, quella relativa alla elaborazione di un Piano d’azione in una area tecnologica, si
è focalizzata l’attenzione sull’Area Materiali Avanzati in quanto è apparso al gruppo di ricerca che questa area fosse la più “pronta” ad essere analizzata in questa ottica.
E’ indubbio peraltro che la predisposizione di un piano d’azione regionale anche per le altre aree
tecnologiche evidenziate (Tecnologie energetiche, Scienze della Vita-Biotecnologie e ICT) è condizione necessaria per lo sviluppo di una politica regionale coerente ed equilibrata in tema di cluster tecnologici.
Elementi comuni a tali piani sono rappresentati da:
a) gli attori prioritari:
- le istituzioni pubbliche ed in particolare la Regione Lombardia come promotore dell’iniziativa;
- le Istituzioni private di tipo no-profit in qualità di partner e sponsor ed, in particolare, la Fondazione
Cariplo soggetto particolarmente attento e attivo in tema di R&D;
- le Università lombarde e le strutture operative degli enti pubblici nazionali di ricerca, localizzate
sia in Lombardia sia nel resto del Paese, in collaborazione con imprese e centri privati di ricerca;
- il mondo della finanza e del venture capital
- le grandi imprese localizzate in Lombardia
b) i destinatari/utilizzatori prioritari delle attività previste dal Piano d’Azione,
che sono sia le grandi imprese industriali che attuano i progetti di R&S, sia le PMI manifatturiere
della Lombardia, alle quali vanno indirizzate le azioni di sviluppo applicativo e di trasferimento
tecnologico rispetto alle tecnologie "enabling" risultanti dalle attività di ricerca.
(2002A004; E,1,23).
Ultimo aggiornamento: 17 aprile 2003