Committente: Consiglio Regionale della Lombardia, D.G. Assistenza Legislativa
Gruppo di lavoro: Federica Ancona (project leader); Silvia Cortellazzi (Università Cattolica di Milano)
Periodo di svolgimento: gennaio 2002 - dicembre 2002
Dati di pubblicazione: IReR - Rapporto di Ricerca
L’artigianato artistico e di qualità appare una realtà sicuramente consolidata nella realtà dei fatti, nelle produzioni tipiche di qualunque genere e un po’ ovunque nel nostro paese. Più difficile è invece la denominazione “legale” di questo settore a livello nazionale. Le regioni italiane più interessate - nei fatti e secondo tradizione - alle produzione artistiche si sono date una regolamentazione rispetto ad alcuni temi di interesse primario per il settore. In particolare, i disciplinari di produzione, i marchi, le botteghe scuole. Nonostante ciò, il discorso delle botteghe-scuola stenta a decollare come modalità “normale” di avvio al lavoro. Occorre qui ricordare come il sistema formativo italiano sia stato in questi anni oggetto di numerose e spesso confuse riforme, che ne hanno destabilizzato i confini, sicuramente troppo rigidi, del passato, senza al momento poter vedere nuove collocazioni di settori-chiave come la formazione professionale. La recente riforma del sistema di istruzione in generale fa emergere piste prima poco considerate, ma è davvero presto per capire se si potrà fare affidamento su questa ipotesi.
La bottega-scuola è prevista nelle legislazioni di molte Regioni, ma non vi è una vera e propria “spinta “ a favore di questo percorso, che si presenta comunque adatto a tipologie di artigianato artistico e non all’artigianato in quanto tale.
Le linee-guida che emergono dall’indagine realizzata sono sintetizzabili nelle seguenti ipotesi di lavoro:
- Un ripensamento e una ridefinizione dei percorsi tradizionali di accesso all’artigianato, sia tradizionale sia artistico. In che modo, in altri termini, i giovani si accostano all’artigianato? Come vengono operate le scelte verso un settore o un altro? Quali i percorsi formativi pregressi? Quali le aspettative del giovane che si avvia al lavoro attraverso l’artigianato?
- È probabile si debba immaginare un intervento a favore della bottega-scuola operando in modo mirato, e non soltanto attraverso provvedimenti a pioggia riservati all’artigianato artistico in senso lato.
- La costruzione di itinerari tematici all’interno della nostra regione, così come proposto in un recente progetto realizzato da Cestec per conto della D.G. Artigianato e di Unioncamere Lombardia, può dare forza a settori specifici, può promuovere i prodotti, consolidare i pochi marchi già esistenti e dare vita ad altri marchi di qualità. Il marchio è una vera e propria carta di identità del prodotto, che si presenta in tal modo sul mercato corredato da una rinforzo commerciale di tutto rispetto. In questo modo, il marchio può far da volano anche ad altri momenti economicamente interessanti per un determinato territorio, che, specificandosi attraverso i suoi prodotti, può divenire importante anche a fini turistici e commerciali in senso lato.
- I siti internet di presentazione dei prodotti di artigianato artistico e anche di artigianato tradizionale sono numerosi. Spesso però non sono sufficientemente approfonditi nel presentare il prodotto e, soprattutto, non danno l’idea di una filiera produttiva completa. Poiché, come si è visto, questo a volte accade, almeno per alcuni prodotti e distretti territoriali, sarebbe auspicabile un intervento che qualifichi i siti dell’artigianato artistico in tutta la Regione Lombardia.
- L’apertura di nuovi canali di sostegno agli imprenditori artigiani su molte delle questioni per loro centrali: tra queste, la manodopera in inserimento nel settore. È questo uno dei punti cruciali della presente indagine: la convenienza, per l’artigiano, dell’inserimento nella propria bottega di un giovane che voglia seguirne le orme. La messa a punto di strumenti economici e culturali per sostenere i giovani in inserimento nel settore è sicuramente il punto d’arrivo di una serie di provvedimenti che già ora caratterizzano l’artigianato. Rendere questi ipotesi concrete è la sfida per l’artigianato artistico del futuro.
- Già con la legge del 1992 (215), la Regione Lombardia prevede il sostegno all’imprenditorialità femminile. Tale imprenditorialità si declina molto spesso nel settore artigiano. In particolare, secondo i dati forniti dalle associazioni che raggruppano donne artigiane, il 30% circa di imprese artigiane del settore artistico sarebbe gestito da donne. Le lavorazioni che vedono il maggior numero di donne imprenditrici sono le seguenti: promozione del patrimonio artistico; restauro dei beni culturali; produzione di opere d’arte (anche con materiali inediti o recuperati); oreficeria; lavorazione della ceramica; lavorazione del vetro; tessitura. Stante questa situazione, interessante è la messa a punto di una serie di interventi che sostengano in particolare l’imprenditoria femminile(2001C004.4; E/5/31 ).