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[1995] Il mercato delle opere d'arte e i problemi della circolazione a livello europeo

Gruppo di ricerca: Elvina Degiarde, Daniela Gregorio, Walter Santagata, Giorgio Brosio

Dati di pubblicazione: Milano, Angeli, 1995

Il lavoro analizza, in termini economici e giuridici, i problemi connessi alla prospettata integrazione dei mercati europei con particolare riferimento agli aspetti legati alla liberalizzazione della circolazione e del commercio delle opere d'arte nell'ambito degli Stati membri della Comunità.

Con l'apertura delle frontiere, che ha riguardato anche le opere d'arte, il capitale artistico italiano (secondo i dati UNESCO valutabile attorno al 60% del patrimonio artistico mondiale), richiede un rilevante impegno da parte della Pubblica Amministrazione, sia in termini di conservazione e valorizzazione, sia in termini di tutela.

Soprattutto se si considera che almeno due terzi del patrimonio artistico risulta abbandonato in cantina, in perenne attesa di restauro e/o di catalogazione. Questa situazione di trascuratezza favorisce il diffondersi di operazioni illecite e clandestine: come testimoniano dati recenti, nel 1989 sono stati trafugati 12.270 oggetti d'arte, prevalentemente di antiquariato e oggetti appartenenti al patrimonio ecclesiastico.

La prima parte della ricerca studia il funzionamento del mercato delle opere d'arte in Lombardia, con particolare attenzione all'interscambio con l'estero.

A causa sia del fatto che il mercato è caratterizzato da ampi margini di evasione fiscale e di illegalità, sia della mancanza di fonti statistiche e documentarie sugli stocks, sugli operatori e sugli scambi, ad eccezione delle informazioni fornite dalle case d'asta, si è dovuta adottare una tecnica di tipo qualitativo, ricorrendo ad una serie mirata di interviste in profondità presso operatori e testimoni privilegiati (43), che rappresentano le varie componenti del settore: operatori commerciali (case d'asta, antiquari, restauratori, galleristi), rappresentanti di Associazioni di categoria, grandi collezionisti, assicuratori, spedizionieri, funzionari pubblici del settore (sovraintendenti e direttori di musei), e responsabili delle forze dell'ordine (Guardia di finanza, Carabinieri).

Le testimonianze di mercanti e collezionisti sono il filo conduttore dell'analisi, perché dalle loro scelte, dai loro contatti e dai rischi che assumono nasce quello che si può definire il "sistema arte", una rete di interessi, di imprenditorialità, di iniziative di qualità, ma anche di complicità e collusioni illecite.

Nella seconda parte si è cercato di definire ruolo e competenze dell'Ente Regione nel settore culturale alla luce sia delle normative vigenti (nazionali, internazionali e comunitarie), sia delle tesi finora prospettate in dottrina, al fine di individuare quali azioni di natura legislativa potranno essere legittimamente intraprese dalle Regioni per promuovere la circolazione delle opere d'arte, senza per questo tralasciare di tutelare e di valorizzare il patrimonio esistente.

Dopo un'analisi delle norme comunitarie presenti nei Trattati istitutivi o in fonti di diritto comunitario derivato e nello specifico in regolamenti e direttive, si è proceduto all'individuazione dei problemi connessi alla ripartizione di competenze Stato/Regioni, soprattutto in relazione al recepimento e all'attuazione delle norme comunitarie e internazionali relative alla tutela del patrimonio culturale.

Lo studio si sofferma infine sull'istituzione, prevista dal Trattato di Maastricht, di un Comitato delle Regioni, e sul ruolo a quest'ultimo conferito nella definizione delle azioni che la Comunità Europea intende realizzare in ambito culturale. (91.57,SOC/9/5)

Ultimo aggiornamento: 20 settembre 2001
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