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[1997] La società del rischio. Vulnerabilità ed esclusione sociale in Lombardia

Gruppo di ricerca: Dario Pucci, Costanzo Ranci, Roberto Biorcio , Cinzia Meraviglia, Emanuela Sala

Dati di pubblicazione: Milano, Guerini, 1997

La società lombarda sembra conoscere una situazione paradossale: da un lato continua ad offrire, come già in passato, un livello di benessere ed un ventaglio di opportunità lavorative e sociali che la collocano tra le regioni italiane in cui la qualità della vita appare migliore; dall'altro presenta situazioni di disagio e di emergenza sociale altrettanto visibili.

Negli ultimi anni pare anzi evidente un significativo aggravamento dei problemi del disagio e dell'esclusione sociale. Questa è una tendenza generale propria dei contesti "a capitalismo maturo", determinata dal radicalizzarsi delle diseguaglianze sociali ed economiche e dall'emergere di nuovi e preoccupanti fattori di rischio.

Assume quindi rilievo misurare e analizzare il fenomeno in Lombardia (su cui c'è ancora scarsa informazione) e dove una fetta crescente di popolazione appare esposta al rischio. Le stime di una indagine dell'IReR valutano che il 10,9% delle famiglie lombarde (sono circa 350.000) sono esposte ad un rischio sociale grave, che sorge quando la famiglia, a causa del sovraccarico di fattori di svantaggio e dell'esclusione totale o parziale dai principali sistemi di integrazione della società, vede ridotta la sua funzione protettiva. La mappa dei rischi che emerge da questo studio tiene conto di molteplici fattori di disagio: l'effetto combinato dei diversi elementi di rischio passa attraverso la crescente articolazione delle strutture familiari, la crescente diversificazione dei sistemi di reperimento delle risorse familiari, la crescente estensione del rischio sociale a tutto l'arco del ciclo di vita familiare, la crescente conflittualità di interessi tra famiglie incluse ed escluse dai programmi di welfare.

La stessa capacità di combinazione delle risorse (pooling) che è tipica della famiglia, e che consente un aumento della protezione in situazioni di disagio, varia a seconda delle tipologie familiari: alcune di esse, per l'impossibilità di esercitare questa pratica, sono esposte ad un rischio elevato. (93.02,SOC/5/11)

Ultimo aggiornamento: 20 settembre 2001
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