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[1984] I servizi per lo sviluppo delle imprese. Il caso dell'area metropolitana milanese

Gruppo di ricerca: Franco Rivolta, Flavio Boscacci, Enrico Ciciotti, Piero Formica

Dati di pubblicazione : Milano, Angeli, 1984

Innovazione e terziario avanzato costituiscono ormai i termini essenziali dello sviluppo dei sistemi industriali moderni, come della base economica delle aree metropolitane. Sono i due fenomeni che caratterizzano con più evidenza lo sviluppo dei sistemi avanzati ma non costituiscono realtà indipendenti: alcune indagini hanno accertato come la capacità delle imprese a recepire l'innovazione dipende sia dalla concentrazione e dal livello dell'offerta dei servizi (ambiente metropolitano) sia dalla capacità dell'impresa stessa a incorporare al suo interno competenze e funzioni terziarie.

La ricerca si è posta in primo luogo l'obiettivo di misurare i contributi di terziario di cui le imprese entrano in possesso sia nel caso dell'acquisto sul mercato sia nel caso di una dotazione all'interno della struttura aziendale. Attraverso un esame accurato degli organigrammi aziendali che porta a far emergere la quota di occupazione non direttamente produttiva (terziario del secondario), e del pacchetto di servizi acquistati sul mercato dalle singole imprese, si è giunti ad enucleare la figura astratta dell'impresa service intensive, cioè l'impresa che raccoglie le caratteristiche indicate come più significativamente correlate alla domanda di servizi. Si sono quindi seguite due linee di ricerca: - la prima tendeva ad indagare una dotazione dell'impresa rispetto alle competenze e ai ruoli di carattere terziario; - la seconda misurava espressamente il ricorso interno (presso le funzioni d'azienda) ed esterno per i singoli servizi specialistici.

In sintesi i dati accertati con queste due rilevazioni portano al confronto autonomia/dipendenza, genericità /specificità del contributo di servizi necessari alla produzione. Il confronto, cioè, tra quota del personale dell'impresa impegnato su determinate aree di servizi e livello del ricorso soddisfatto all'interno o all'esterno dell'impresa stessa, porta ad esprimere giudizi sull'effetto "estensivo", e probabilmente poco qualificato, o all'opposto sull'effetto di "approfondimento", con implicito giudizio di qualità, della scelta di internalizzare determinati servizi. Per i servizi dell'area commerciale, di quella tecnica e dell'informatica ad esempio, si verificherebbe una soluzione del primo tipo, con probabile attribuzione di compiti di routine alle strutture interne, mentre tutto l'opposto avverrebbe per manutenzione e capitale umano, ove una quota poco significativa di personale soddisfa in misura elevata il fabbisogno aziendale. Nel complesso il ricorso alle competenze interne, salvo che nei servizi per l'informatica, è prevalente; per una quota che va dal 70 all'80% dei casi le imprese risolvono le loro esigenze esclusivamente con strutture interne, ricorrono all'esterno in misura del 10-15% dei casi; per il resto si verificano casi di concorso combinato tra competenze interne ed esterne. L'indagine ha voluto accertare la consistenza e le caratteristiche delle risorse umane che danno risposta all'esigenza dell'impresa di essere parzialmente o totalmente autosufficiente. Si è proceduto quindi a ricomporre gli organici delle imprese interpellate sulla base di un elenco di 82 funzioni aziendali: nella media del campione la quota di personale non direttamente impegnato nella produzione è risultata pari al 35% del totale degli addetti. Questo valore è apparso soggetto a una sensibile variabilità sia rispetto al settore che, in misura inferiore, rispetto alla dimensione d'impresa. Ma anche altre caratteristiche di gestione e di struttura hanno un effetto considerevole sulla presenza di funzioni terziarie interne.

L'analisi di regressione condotta su un pacchetto di connotazioni di impresa ha consentito di individuare le variabili che spiegano una quota significativa del terziario del secondario. In sostanza le variabili che in misura maggiore spiegano la variabilità della quota di terziario del secondario sono: - l'appartenenza ad una holding - la struttura produttiva plurimpianto - la vendita di servizi ad altre imprese -il numero di addetti -il fatturato per addetto - l'alta qualità dei prodotti -la vendita per il mercato o su commessa.

Si è esplorato infine il contenuto di servizi acquistati o generati all'interno dell'impresa. Il ricorso ai servizi per le imprese nelle piccole e medie imprese dell'area metropolitana lombarda non appare particolarmente qualificato. L'attesa di cogliere nel campione d'indagine un'alta incidenza di contributi di ricerca e consulenza tecnologica è a prima vista delusa. Per l'area tecnica infatti i dati risultanti dalle dichiarazioni delle imprese fissano al 31% l'incidenza del ricorso effettivo rispetto a quello statisticamente possibile (possibile cioè se ciascuna impresa facesse ricorso a ciascuno dei servizi che fanno parte dell'area tecnica). Pressoché allo stesso livello si collocano i servizi relativi all'informatica, 32,7%. Ben più elevato il ricorso complessivo per servizi inerenti l'amministrazione e gestione che si colloca al 75.3%, per lo sviluppo del capitale umano (formazione a ogni livello), che si situa al 61,4%, per i servizi commerciali (49,7%) e infine per la manutenzione (56,8%). E' sembrato, in sintesi, che benché i singoli servizi possano avere al proprio interno contenuti anche molto qualificati, in complesso quelli che compaiono nella fascia alta della domanda non sono particolarmente innovativi ovvero strategici ai fini della capacità innovativa delle imprese. (X,E/7/1)

Ultimo aggiornamento: 15 settembre 1999
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