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[1983] Problemi dell'insediamento artigiano in Lombardia

Gruppo di ricerca: Franco Rivolta, IReR, Società SITEA

Dati di pubblicazione : Milano, IReR, 1983

La politica per la localizzazione delle imprese artigiane e per il governo degli orientamenti territoriali del sistema delle piccole imprese si è espressa, in Lombardia, con due linee sostanzialmente diverse rispetto ai criteri ispiratori e alle conseguenze sul territorio. Si tratta delle linee avviate dalle leggi regionali 56/75 e 33/81. La ricerca qui presentata ha voluto sviluppare una verifica delle realizzazioni avviate con le due leggi, cercando di trovare la ragione dei ritardi nelle realizzazioni stesse. Benché i tempi di vita siano molto diversi (sei anni separano la data di avvio delle due leggi), è stato comunque possibile valutare le principali caratteristiche e potenzialità dei due provvedimenti legislativi, presentandone i probabili effetti. Il quadro definitivo che emerge raffigura una situazione ancora in evoluzione per quanto attiene al definitivo decollo delle aree produttive. In parte questo sembra dovuto alla mancanza, sia a livello regionale sia a livello sovracomunale, di un preciso disegno programmatorio che solo con l'avvento della 33/81 ha cominciato timidamente a prendere piede. Nell'applicazione della legge regionale 56 il dato più rilevante che emerge dalla ricerca è il pesante ritardo nell'attuazione delle aree attrezzate, giunte praticamente a compimento solo in due casi. L'acquisizione delle aree è sembrata l'elemento più consistente nel rallentare le procedure. Nella stragrande maggioranza dei casi non sono stati realizzati né servizi di qualunque genere, né opere di urbanizzazione, né di infrastrutturazione. L'unico servizio realizzato con una certa frequenza è quello della depurazione delle acque. Elemento determinante nei due soli comuni i cui progetti sono avanzati (Verdello e Cilavegna) è stata la costituzione di cooperative e consorzi per l'insediamento degli artigiani, ciò che ha rappresentato la soluzione ottimale al fine di superare difficoltà tecniche e burocratiche che hanno fermato altri comuni. Il piano di riparto della legge regionale 33, e in conseguenza la sua successiva applicazione, ha adottato un quadro di riferimento maggiormente articolato rispetto a quello della precedente legislazione che distingueva il territorio lombardo in "aree deboli "e "aree forti". Ciò derivava soprattutto dalla volontà di procedere, oltre che con interventi mirati ad agevolare le esigenze di riequilibrio territoriale, anche con interventi tesi alla razionalizzazione della situazione esistente nei centri maggiormente congestionati. L'analisi consente infine di formulare alcune indicazioni e criteri per la gestione degli interventi a favore dell'insediamento artigiano, prevalentemente orientati allo sviluppo dell'associazionismo, all'adozione di criteri "economici" nell'assegnazione dei finanziamenti e allo snellimento delle procedure di decisione e di gestione amministrativa. (X,E/5/4)

Ultimo aggiornamento: 19 settembre 2001
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