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[1991] Le relazioni tra imprese italiane e straniere nell'area metropolitana milanese

Gruppo di ricerca: Adolfo Carvelli, Tomaso Pompili

Dati di pubblicazione : Milano, Provincia di Milano-Comune di Milano, 1991 (Oetamm, 21)

La progressiva globalizzazione delle imprese e del sistema economico comporta sempre nuove forme e nuovi contenuti della divisione territoriale del lavoro; in particolare, il modo con cui le metropoli rispondono alla sfida se limitarsi alla funzione di "porta di accesso" al sistema nazionale oppure assumere un ruolo transnazionale dipende dalla loro dotazione di risorse strategiche. Nell'area metropolitana milanese queste tematiche sono già state studiate, specie nell'ambito del Progetto Milano, mentre una precedente ricerca IReR-Oetamm (vedi pag. 267) ha analizzato il giudizio implicito da parte del sistema economico internazionale sulla competitività dell'area. Questa ricerca intende delineare, per quanto riguarda le imprese a controllo estero localizzate nell'area metropolitana milanese: le reti di rapporti stabili con altre imprese, ovunque localizzate; le reti di rapporti stabili con le istituzioni locali; le modalità di presenza sul mercato del lavoro qualificato. Metodologia. Il quadro contestuale di riferimento è stato fornito dalla ricerca citata, mentre le informazioni quali-quantitative sono state raccolte attraverso un'indagine diretta su un campione di 44 unità direzionali (19 industriali e 25 terziarie). Risultati e conclusioni. La presenza estera nell'area milanese è valutata (1987), per le attività produttive, in 376 imprese (38% del totale nazionale); per le attività terziarie (solo commercio, credito, assicurazioni e terziario avanzato), 186 imprese nella provincia di Milano (escludendo quelle di più piccole dimensioni), pari al 78% del totale nazionale. Poiché la ricerca Oetamm citata mostrava come missione prevalente delle consociate milanesi di gruppi esteri la produzione e vendita di beni e servizi sul mercato finale nazionale, ci si attendeva un basso profilo nelle relazioni delle consociate con altre imprese e istituzioni. E' invece risultato che: 1, le reti di rapporti stabili con altre imprese sono solide e non trascurano le forme più impegnative per le imprese; 2, le reti di rapporti stabili con istituzioni sono molto dense, anche in forme organizzative e su funzioni aziendali impegnative; 3, i gruppi multinazionali mirano a italianizzare il personale delle consociate, anche a livelli più elevati. Ed inoltre: transnazionalità nella divisione del lavoro interna ai gruppi di controllo, che favorisce l'inserimento dell'area nelle reti internazionali di imprese, attraverso l'operare delle consociate; complessità funzionale delle consociate non solo in sé ma anche nei loro rapporti con altre imprese e con istituzioni; integrazione e leadership delle consociate nell'ambiente economico esterno al gruppo, con le istituzioni locali e nel ML. In sintesi, l'indagine suggerisce due grossi rischi. La transnazionalità dei gruppi multinazionali favorisce l'inserimento dell'area milanese nelle reti internazionali di imprese, ma il crescente radicamento delle consociate nella realtà economica milanese rischia di avvenire a scapito proprio della loro proiezione internazionale, e questo è particolarmente evidente dal punto di vista della forza lavoro qualificata. La complessità funzionale e la buona integrazione delle consociate nei loro rapporti con le altre imprese e con le istituzioni convive con il rischio di un declino qualitativo soprattutto dell'integrazione pubblico-privata. (x,GEN/20/24)

Ultimo aggiornamento: 19 settembre 2001
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