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[1978] La competitività dell'industria lombarda. Analisi dell'offerta - La domanda internazionale - Le analisi settoriali - Rapporto di sintesi

Gruppo di ricerca: Gianfranco Colitti, Flavio Boscacci, Alberto Riva, Franco Rivolta, Emilio Bartezzaghi, Luciano Boggio, Roberto Camagni, Ruggero Cominotti, Giorgio Flora, Giorgio Giargia, Giancarlo Mazzocchi, Pippo Ranci, Pia Saraceno

Dati di pubblicazione : Milano, IReR, 1978

L'indagine intende fornire un quadro conoscitivo della struttura, delle prospettive e delle modalità d'evoluzione del sistema industriale lombardo. Competitività non in senso tecnico, come confronto dei costi di produzione o della qualità dei prodotti, ma come capacità dell'industria lombarda ad evolvere sotto la spinta delle mutate condizioni del mercato internazionale verso attività industriali con maggior contenuto tecnologico e qualitativo; competitività come indicatore della vitalità e del dinamismo di un sistema industriale, della sua capacità di innovarsi continuamente e di cogliere le opportunità di crescita per sviluppare la propria presenza nel contesto internazionale. La prima fase della ricerca si è sviluppata su elaborazioni di dati di fonte ufficiale che chiariscono la posizione della Lombardia nel contesto internazionale (interscambio mondiale) o che valutano i principali aggregati economici a livello lombardo (contabilità regionale). In una seconda fase le interviste a testimoni privilegiati hanno consentito di far emergere i principali fattori di svolta dello sviluppo industriale. L'impostazione di partenza richiedeva di seguire due linee di analisi: valutare la posizione della Lombardia nel quadro del nuovo modello di divisione internazionale del lavoro; studiare le prospettive di sviluppo di alcuni settori industriali in relazione alle condizioni della struttura produttiva e del mercato degli anni Settanta. Il volume si articola quindi in due distinte parti: la prima considera i rapporti tra la struttura industriale lombarda e le tendenze in atto nel commercio mondiale e nella divisione internazionale del lavoro; la seconda analizza invece i singoli settori produttivi. Gli anni precedenti l'inizio del decennio Settanta avevano visto una flessione consistente degli investimenti in Lombardia, meno 33% dal 1964 al 1969, ma ciò non era motivato da un'analoga flessione dei saggi di profitto che solitamente ne è la causa. Quali allora le ragioni da porre in relazione a fenomeni di disinvestimento di questo peso? Un primo risultato della ricerca sottolinea un processo di riconversione e riqualificazione del mix produttivo della regione che porta ad un ridimensionamento dei settori tradizionali a favore dei settori più avanzati con un conseguente incremento dei livelli di produttività complessiva. Ma la conseguenza diretta di questa modifica di struttura è appunto la flessione dei saggi di investimento dato che l'industria lombarda converge su attività a minor contenuto di capitale. Anche circa la collocazione internazionale della Lombardia la ricerca porta ad escludere ipotesi avanzate nel dibattito economico secondo le quali la composizione dell'offerta lombarda si sarebbe progressivamente deteriorata a fronte delle tendenze della domanda internazionale e dell'offerta di altri paesi concorrenti. Scontato che l'industria lombarda si qualifica come esportatrice di beni di investimento e intermedi, la ricerca smentisce un deterioramento dell'offerta. La dinamica della domanda mondiale, infatti, rileva sensibili tassi di crescita per i beni d'investimento a media tecnologia, trend favorevole per la Lombardia sostenuto dal sorgere della "nuova domanda" proveniente da paesi esportatori di petrolio. (x,E/4/11,1,2,3,4)

Ultimo aggiornamento: 19 settembre 2001
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