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[1999] Telelavoro. Terza fase

Gruppo di ricerca: Alberto Ceriani (project-leader), Claudio Roveda (Responsabile Scientifico), Sergio Campodall’Orto, Massimo Gori, Elena Bassano, Marco Turrini (Teknova) https://loomisgreene.com bankruptcy attorney Loveland - dallas bankruptcy attorney.

Committente: Regione Lombardia, D.G. Bilancio e controllo di gestione

Periodo di svolgimento: febbraio 1999 - dicembre 1999

Dati di pubblicazione: IReR - Rapporto di Ricerca

Nell’esperienza del “cantiere telelavoro” avviato dalla Regione Lombardia è emersa la necessità di valutare le attività effettuabili in forma permanente con la modalità del lavoro a domicilio o presso un centro satellite. A questo obiettivo, dopo la fase di sperimentazione diretta con un piccolo gruppo di dipendenti volontari, è dedicato lo studio.
Sono state decise le seguenti articolazioni dell’attività di ricerca: la definizione di una tassonomia della “telelavorabilità” di una attività svolta negli uffici regionali, la verifica delle modifiche organizzative (processi di Business Process Re-engineering) con le quali ottenere più facilmente la telelavorabilità delle mansioni, la individuazione delle attività e dei vincoli organizzativi presenti.
Con riferimento a quattro Direzioni generali individuate sulla base dell’intensità di lavoro amministrativo presente (Affari generali, Sanità, Attività produttive, Trasporti e mobilità) sono state attuate verifiche dirette con il coinvolgimento delle strutture direttive e attuate analisi organizzative delle microstrutture.
I risultati del terzo rapporto sottolineano le potenzialità di sviluppo del telelavoro negli uffici e tra i dipendenti della Regione Lombardia e, insieme, le difficoltà organizzative.
Viene indicato come il telelavoro si dimostri teoricamente e praticamente applicabile ad una parte delle attività svolte nell’amministrazione regionale; si confermano la positività dell’esperimento, i vantaggi che può offrire in termini di produttività, autonomia, libertà, qualità della vita, piacevolezza ed utilità del lavoro svolto.
Il percorso iniziato è inoltre stimolante perché rimette in discussione modalità consolidate di lavoro, rese ancor più tradizionali dall’essere caratteristiche di una pubblica amministrazione. Del resto le nuove tecnologie della comunicazione permettono nuovi modi non solo di lavorare, ma di mettere a frutto idee e risorse in modi diversi: lo sviluppo della creatività e dell’autonomia di lavoro registrato è la prova concreta che si può lavorare in maniera più flessibile e più produttiva.
Sul versante organizzativo, per contro, sono stati riscontrati problemi di diversa natura che possono limitare o ritardare il consolidamento della sperimentazione: la necessità di maggiore propensione culturale e organizzativa dei livelli direttivi a superare i concetti tradizionali relativi alla gestione ed al controllo delle attività svolte dal gruppo o dai singoli dipendenti impegnati in attività telelavorabili, carenze organizzative nei lavori svolti in forma tradizionale ma accessibili alla trasformazione in attività telelavorabili.
Si pone quindi un problema di diversa organizzazione del lavoro con più attenzione ai processi di pianificazione e di programmazione delle attività e con forte orientamento ad ottenere risultati identici o migliori con modalità organizzative e di utilizzo delle risorse diverse da quelle tradizionali
(99.65; IST, 55).

Ultimo aggiornamento: 17 ottobre 2001


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