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[2000] Finanziamento del processo di decentramento (oneri Bassanini) e impatto sul bilancio. Prima fase

Gruppo di ricerca: Alberto Ceriani (project-leader), Enrico Flaccadoro (Centro Europa Ricerche)

Committente: Regione Lombardia, D.G. Bilancio e controllo di gestione

Periodo di svolgimento: febbraio 1999 - maggio 2000

Dati di pubblicazione: IReR - Rapporto di Ricerca

Il lavoro si concentra sugli effetti finanziari del processo di decentramento amministrativo avviato con le leggi Bassanini, consapevole che una valutazione delle risorse trasferite rappresenta una prima misurazione del rilievo politico ed istituzionale del progetto. Nel primo paragrafo si fornisce una breve rassegna dei principali studi dedicati ad una quantificazione del processo in corso, soffermandosi sulle possibili soluzioni metodologiche adottate dagli autori per la individuazione di risorse finanziarie. La rassegna offre risultati molto diversi su un tema che è stato al centro del dibattito tra Regioni e Governo ed ha comportato un rallentamento nel processo di attuazione del decentramento. Ci si sofferma quindi sulle caratteristiche della soluzione metodologica frutto dell’accordo Stato Regioni che ha consentito di giungere alla predisposizione dei primi DPCM di attuazione del decentramento.
Ma quali sono i risultati finora conseguiti in termini di risorse trasferite alle Regioni? Lo studio fornisce un primo bilancio e conferma che il rilievo quantitativo del processo di decentramento rimane limitato: a inizio 2001 le risorse gestite dalle regioni avranno raggiunto i 200.000 miliardi con un incremento del 10% rispetto ai livelli attuali. Al di là dei correttivi che potranno essere introdotti questo solo indicatore non può comunque ridimensionare il valore del più ampio ridisegno delle norme che regolano i rapporti tra i livelli di governo. Altri elementi del processo in corso offrono tuttavia vantaggi che dovrebbero compensare l’inevitabile stringenza delle risorse trasferite: buona parte delle risorse attribuite in compartecipazione (che vanno in sostituzione di quelle trasferite) perderà il vincolo di destinazione, inoltre positivi saranno gli effetti economici che potranno venire alle Regioni da una migliore possibilità di gestione delle risorse regionali e locali connesse al processo di riforma dei servizi pubblici.
Ma la sostenibilità dipenderà anche da come verrà sciolto il problema della ripartizione delle risorse tra regioni (e tra regioni ed enti locali) che costituirà la base per la fase transitoria prevista dal decreto sul federalismo fiscale (dal 2001 al 2012). Sono forniti alcuni primi elementi di come può incidere sulle risorse che fluiscono a ciascuna regione una diversa scelta metodologica. La varietà dei risultati rappresenta una evidenza delle difficoltà che si potrebbero incontrare in questa fase.
Gli spazi limitati di autonomia tributaria finora concessi pongono un problema di sostenibilità strutturale delle risorse attribuite. Da questo punto di vista, il passaggio delle risorse trasferite attraverso il meccanismo previsto dal decreto sul federalismo fiscale presenta problemi di ordine tecnico legati al forte peso della componente di aggiustamento specifica per la sanità nella attuale struttura perequativa, ma anche di natura politica rendendo più stringenti e significativi i controlli reciproci per la verifica della capacità fiscale e dello sforzo fiscale. Su questo aspetto è però richiesta una valutazione più ampia che deve abbracciare anche la recente riforma del bilancio delle regioni. La adozione di una nuova struttura per il bilancio, da sottoporre all’approvazione dei consigli regionali (quale unità di voto) e basata sulle unità previsionali di base e sulle funzioni obiettivo, può consentire un ulteriore passo verso una immediata identificazione delle risorse necessarie alle attività gestite direttamente o conferite e un conseguente miglioramento nelle capacità di gestione e di intervento. (99.58; FIN, 12)


Ultimo aggiornamento: 15 ottobre 2001
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